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Il cubismo

Il cubismo

La rivoluzione delle Arti e le grandi Avanguardie Internazionali:  Affievolendosi l’Espressionismo ed il linguaggio astratto, con il cubismo, entriamo in una stagione di rivoluzioni epocali nelle arti, di incroci veloci di esperienze, di metamorfosi e di contagio dei linguaggi.

Dalla Russia, dall’America e dalla Spagna, personalità e formazioni di grandi personaggi si intersecano e si influenzano le une con le altre, cambiando continuamente. Parigi è il centro di tutto questo fermento artistico.

È ormai appurato che quella del Movimento cubista è  la più grande rivoluzione artistica dal dopo Rinascimento ai nostri tempi, che disconosce tutto lo studio prospettico e compositivo di oltre 400 anni per impostare un nuovo impianto  formale e concettuale, lasciando un solco profondo nella storia dell’Arte.

A tutto questo, Cézanne ha dato un grande ed involontario contributo con la sua tecnica di solidificare lo spazio, di comporre i vari oggetti secondo rappresentazioni geometriche, di dare al colore la ricchezza espressiva nei volumi e di porre sullo stesso piano oggetti e figure vicini e lontani.

Il Cubismo ha nelle sue radici, oltre il contributo di Cézanne, anche quello del Puntinismo e dei Fauves. Il movimento cubista ha origine in Francia nel 1906 e la sua caratteristica principale è la tendenza a considerare le opere, non solo scultoree ma anche pittoriche, come fatti plastici, indipendentemente dalla riproduzione delle forme della natura.

La parola cubismo, termine “perfettamente appropriato”, ha avuto origine da un’osservazione ironica di Henry Matisse davanti ad un paesaggio, e prese subito forza nella nomenclatura della storia dell’arte.

La Bouteille d'Anis un opera di Juan Gris
La Bouteille d’Anis un’opera di Juan Gris

 Il Cubismo ha nelle sue basi un integrale riesame del rapporto arte/oggetto, infatti tale ricerca fu avviata a partire dal 1907 da Picasso e Braque, ai quali molto presto si aggiungeranno anche Juan Gris, Fernand Léger, Albert Gleizes e diversi altri importanti artisti.

Alla parola “cubismo” segue un’immediata reazione negativa da parte degli artisti fondatori il movimento, perché oltre ad essere troppo sintetica, è anche riduttiva e non sufficiente a caratterizzare un movimento avente una chiara tendenza all’esecuzione decisa ed efficace della Pittura. Ciò nonostante non si può negare, in effetti, che nella sua natura volumetrica si sviluppi la ferma volontà di una rivoluzionaria riforma del movimento cubista, che intende innanzitutto risolvere in modo del tutto originale le problematiche inerenti al trasferimento di oggetti tridimensionali su di un supporto piatto, cioè bidimensionale.

Le validissime tecniche e gli accorgimenti degli impressionisti per la riproduzione del reale sono insufficienti per la filosofia di questo movimento, tanto meno il copioso apporto coloristico nelle tele dei fauvers a discapito della plasticità. Tutto questo frustra il desiderio di una rappresentazione integrale della tematica, di una raffigurazione completa dell’oggetto in ogni sua parte, anche quella impedita dalla prospettiva. Dove non arriva l’occhio deve arrivare la conoscenza dell’oggetto. Rappresentare la realtà raffigurando l’oggetto, non come si vede, ma come lo si conosce. In questa maniera, aumentano in modo sorprendente, le possibilità per un’elaborazione formale dell’oggetto che proietta da ogni parte la sua integrale esistenza, posizionando i propri piani sul supporto, inglobando ed incastrando tutto l’ambiente ricco di piani taglienti e pieni di spigoli.

Quando Pablo Picasso presenta per la prima volta un quadro che rompe completamente e traumaticamente con i canoni della pittura tradizionale, è difficile farlo accettare agli studiosi di Storia dell’arte. Questo avviene nel 1907 con l’opera delle Demoiselles d’Avignon, nella quale non esistono più i principi della prospettiva unica e centrale, ma le figure solide  si vedono da un qualsiasi punto di vista, i piani sono taglienti e spigolosi. In questo quadro risultano dipinti soggetti che si conoscono, non soggetti che si vedono.   È  come se Picasso, durante l’esecuzione, si spostasse continuamente dalla sua postazione fino a raggiungere il dietro dei soggetti da riportare sulla tela.

Picasso

Pablo Picasso nasce a Malaga nel 1881 e muore a Mougins nel 1973. Lavora per tutta la vita fino alla completa vecchiaia, spende tutte le sue risorse energetiche nel fare cultura, e pratica tutte le forme dell’arte tradizionale con linguaggio uniforme nella forza espressiva. I suoi dipinti più celebri, e persino certi disegni improvvisati al momento, marcano la cultura del Novecento. Insieme a Braque crea il Cubismo e poi come un instancabile modellatore, modifica le tradizioni delle prime avanguardie del secolo. Ha la forza di riassumerle ed imporle ancora dopo il 1950. In tutto il mondo gli artisti hanno seguito il cammino della cultura sviluppatasi in occidente.

Il periodo blu di Pablo Picasso

Incomincia a dipingere nello stimolante  e frenetico clima artistico spagnolo a Barcellona. È qui che inizia frequentare i circoli più disparati compresi quelli politici, anarchici e d’avanguardia. Picasso, vive il suo primo periodo tra Barcellona e Parigi, dove si trasferisce definitivamente nel 1904, in un alloggio in quel Beteau Lavoir, nel quale si trovavano anche gli atelier di Renoir Van Dongen.Questo è il periodo blu della pittura di Pablo Picasso (1901-1904): i suoi colori si riducono ad una monocromia di gamme, per simboleggiare il bisogno di interiorizzazione, per concentrare principalmente l’attenzione sul soggetto in se stesso.

Il periodo rosa di Pablo Picasso

 Il periodo rosa è certamente molto più ottimistico del precedente (quello blu) e ha una durata di tre anni, dal 1904 al 1907. Nel periodo rosa le gamme cromatiche sono un po’ più ricche e non si limitano soltanto ad un solo colore, infatti tutti i colori rosati sfociano talvolta in sfumature ocra, talvolta in colore terracotta.  I soggetti sono preferibilmente figure melanconiche, attori da circo, maschere di Arlecchino, acrobati e esibizionisti ambulanti.

Georges Braque

Georges Braque nasce ad Argenteuil nel 1882 e muore a Parigi nel 1963. Aderisce al cubismo passando da quello analitico a quello sintetico, sperimentando per primo il collage e il papier collé. Prima di aderire al cubismo, dopo una breve esperienza nelle avanguardie, con poca convinzione nei Fauves, passa alle esperienze con il grande Maestro Cézanne. Braque è considerato insieme a Picasso uno dei maggiori interpreti del cubismo, se non il maggiore. Spesso è stato difficile distinguere una sua opera da quella di Picasso. Famosa è la sua opera “Il portoghese”.

Fernand Léger: Cubista. Nasce ad Argentan nel 1881 e muore a Yvette 1955. Aderisce prima alle avanguardie del primo Novecento e risulta fra essi la personalità più originale, è molto vicino ai Fauves, agli orfici, ai futuristi. In ogni avanguardia porta le sue risorse che consistono in campiture con colori forti, linee a forme geometriche, opere  grandi. È in continua ed assidua ricerca di tecniche  e linguaggi nuovi. Sperimenta anche il linguaggio con i colori dell’Architettura.

Alcune opere famose del cubismo:

Picasso: Poveri in riva al mare

Poveri in riva al mare ” di Pablo Picasso, “L’attore” di Pablo Picasso, “Natura morta con sedia di Paglia” di Pablo Picasso, “Il portoghese” di Georges Braque, “Les demoiselles d’Avignon” di Picasso, “l’ora del tè” di Jean Metzinger, “torre Eiffel” di Robert Delaunay, “studio per amorpha” di Frantisek Kupka, “il monumento di Apollinaire” di Picasso. “Apollinaire ed i suoi amici” di Marie Laurencin., “la primavera” di  Francis Picabia, “Omaggio a Picasso” di Juan Gris, “nudo che scende le scale” di Marcel Duchamp.

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