Il Fedrighetto (Dalmazia, 1677 – Gorizia, 8 luglio 1753)
Biografia
Nascita: Dalmazia, 1677.
Morte: Gorizia, 8 luglio 1753.
Formazione artistica: già molto giovane studia a Venezia, poi dal 1695 lavora nelle botteghe di Carlo Cignani e di Giuseppe Crespi. Qui conosce il Piazzetta.
Periodo di appartenenza: Bencovich, fondatore di un drammatico e tormentato linguaggio – talvolta bizzarro – è uno dei più importanti rappresentanti della pittura del Settecento del nord Italia e forse dell’Europa centrale. Il Bencovich ha il grande merito di aver dato, attraverso la sua pittura del periodo viennese, una potente spinta propulsiva alla nascita dello stile rococò austriaco e bavarese, che verrà espresso da Paul Troger e Franz A. Maulbertsch.
La sua pittura: Lo sviluppo della sua pittura inizia sotto gli influssi del Cignani e del Crespi, tanto che nella sua arte si trova l’accademismo del primo ed un po’ di naturalismo del secondo; importante per esso è anche lo studio delle opere del Piazzetta, fra i quali, tra l’altro, c’è reciproco influsso. Nelle sue continue ricerche, si evidenziano due fasi principali: la prima è mistica, con toni drammatici (testimonianza sono i dipinti di San Sebastiano e di Pommersfelden a Venezia), mentre la seconda è tutta incentrata in morbidi contrasti e tenue espressioni figurative in articolati sfondi spaziali.
Dove è artisticamente attivo: Venezia, Vienna, Verona, Milano.
Alcune sue opere: “Sacrifizio d’Isacco”, (Zagabria, Galleria Strossmayer); Madonna del Carmine (attribuita a lui ed al Crespi), (Bergantino, parrocchiale); Madonna e santi, 1730 – 1735 (Berlino, Staatliche Museen); Il beato Pietro Gambacorta, incisione, ca 1728 (Bologna, Pinacoteca Nazionale); Deposizione, ca 1735 (chiesa del Castello, Borgo San Giacomo, Verolanuova, Brescia); Estasi di S. Francesco da Paola, 1724 (chiesa della SS. Trinità, Crema); Sacrificio d’Isacco, ca 1718 e Agar nel deserto (Madone, Bergamo, parrocchiale,); Ercole e Onfale, ca 1725 (Pinacoteca, Monaco di Baviera); Il sacrificio di Ifigenia, ca 1715 e “Agar e Ismaele nel deserto” (Castello Weißenstein, Pommersfelden); Crocefissione di Sant’Andrea e santi, ca 1725 (Senonches, Francia, parrocchiale); Socrate incitato a evadere dal carcere, olii, ca 1740 e “San Pietro guarisce un malato” (Museo Brukentha Sibiu, Romania); Adorazione dei Magi, ca 1725 (Stoccarda, Staats-Galerie); Fuga in Egitto, ca 1709 (parrocchiale, Tomo, Feltre); Il beato Pietro Gambacorta, ca 1726 (chiesa di S. Sebastiano Venezia); Autoritratto, ca 1735 (Gallerie dell’Accademia, Venezia); Fuga in Egitto, disegno, ca 1720 (Venezia, Museo Correr); Riposo durante la fuga in Egitto, ca 1745, Partenza per l’Egitto, i disegni dell’Estasi di San Francesco d’Assisi, della Morte di San Benedetto e di San Francesco (Vienna, Albertina).
Un cenno bibliografico
Zanetti, Descrizione della città di Venezia,Venezia 1733; Moschini,Guida per la città di Venezia,Venezia 1815; Tschischka,Kunst und Altertum in dem osterreicheschem Kaisertum,1836; Roberto Longhi, Un ignoto corrispondente del Lanzi sulla Galleria di Pommersfelden, in «Paragone», III, 1950; Rodolfo Pallucchini, La pittura veneta, Milano, 1995; Kruno Prijatelj,Benković,Zagreb 1952.
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