L’arte concettuale è il linguaggio che dà la capacità all’artista di valorizzare un oggetto povero, di uso quotidiano, attribuendogli dignità estetica.
Molto spesso questo oggetto viene rappresentato da solo, in un contesto che lo migliora rispetto a quello che ha nella realtà.
Chi definisce l’arte concettuale nella cornice storica dell’arte moderna è Josef Kosuth, che vuole valorizzare il pensiero e rinunciare al piacere estetico.
Se prendiamo in considerazione una delle sue opere, “Una e tre sedie”, realizzata nel 1965, nella quale la stessa sedia viene raffigurata in pittura, fotograficamente e tramite una dettagliata definizione scritta, ci accorgiamo che l’autore tende ad avviare nel fruitore dell’opera una profonda riflessione sul complicato e conflittuale rapporto tra la rappresentazione verbale e quella visiva.
L’attacco vero e proprio è fatto all’osservatore e mira a togliergli qualsiasi significato emozionale derivato dalla visione, invitandolo ad una fredda e razionale meditazione. Questo è solo l’inizio: negli anni che seguono, l’Arte concettuale si fa sempre più povera di tematiche reali, fino alla completa perdita della vera e propria opera materiale, che viene sostituita dal pensiero e dalla parola. Arte diventa soprattutto il parlare d’arte, la meditazione, il comportamento e le azioni giornaliere … un’arte che può essere tale, anche in mancanza dell’opera d’arte.
L’Arte concettuale è in definitiva il punto di arrivo – non tanto bello – di un percorso durato quasi un secolo ed iniziato felicemente dall’Impressionismo. È stato proprio il movimento impressionista ad iniziare a sottrarre all’arte quei vincoli legati agli schemi tradizionali, usando una tecnica rivoluzionaria, rifiutando i modelli classici, le campiture bilanciate, e riportando sulla tela emozioni non ancora programmate che venivano catturate nei vari “attimi fuggenti” ed in maniera sempre differente. Da qui, attraverso tutti i nuovi linguaggi espressivi del primo Novecento, la pittura subisce una miriade di metamorfosi, con il rifiuto di forme e stili sempre più sbalorditivi, fino ad arrivare con l’Arte concettuale, alla completa sparizione dell’opera. Facendo una sintesi di quanto detto, si inizia a rifiutare in sequenza il valore prospettico, la tradizione storica, i dettami classici, i valori sociali, il soggetto reale e naturale ed infine … l’opera materiale.
Qui appresso si elencano alcuni tra i principali artisti concettuali.
Il gruppo “Art & Language” (Terry Atkinson, Mickael Baldwin, David Baimbridge, Harald Hurell, Mel Ramsden, Ian Burn), Bill Viola (New York, 25 gennaio 1951), Claudio Schifano (Krefeld, 12 maggio 1921 – Düsseldorf, 23 gennaio 1986), Robert Barry (New York, 1936), Mel Bochner, Ecke Bonk, Joseph Beuys, Joan Brossa (Barcellona, 19 gennaio 1919 – Barcellona, 30 dicembre 1998), Stanley Brouwn (Paramaribo nel Suriname, 1935), Sarkis, Geoff Bunn (Birmingham, 1963), Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 25 marzo 1938), David Mach, Victor Burgin, Ian Burn, Gino De Dominicis (Ancona, 1 aprile 1947 – Roma, 29 novembre 1998), Genco Gulan (Istanbul, 13 gennaio 1969), Jan Dibbets (Weert, 9 maggio 1941), Peter Downsbrough (New Brunswick, 1940), Marcel Duchamp (Blainville-Crevon, 28 luglio 1887 – Neuilly-sur-Seine, 2 ottobre 1968) , Mona Hatoum (Beirut, 1952), Félix González-Torres (Guáimaro, 26 novembre 1957 – Miami, 9 gennaio 1996), Hans Haacke (Colonia, 1936), Hemilton Finlay, Jenny Holzer (Gallipolis, 29 luglio 1950), Douglas Huebler (27 ottobre 1924 – 12 luglio 1997), Fabrice Hybert, On Kawara (Kawara On; Kariya, 24 dicembre 1932), Yves Klein (Nizza, 28 aprile 1928 – Parigi, 6 giugno 1962), Joseph Kosuth (Toledo, 31 gennaio 1945), Sol LeWitt (Hartford, 9 settembre 1928 – New York, 8 aprile 2007), Raoul Marek, François Morellet, Robert Morris (1931, scultore statunitense contemporaneo), Charlotte Moorman (Little Rock, 18 novembre 1933 – 8 novembre 1991), Joseph Nechvatal, Yoko Ono (Tokyo, 18 febbraio 1933), Roman Opalka, Nam June Paik (Seul, 20 luglio 1932 – Miami, 29 gennaio 2006), Mel Ramsden, Pietro Giuliani, Massimo Taccon, Gigiño de la Coruña, Bernar Venet (Château-Arnoux-Saint-Auban, 1941), Bas Jan Ader (Winschoten, 19 aprile 1942 – Oceano Atlantico, 1975), Wolf Vostell (Leverkusen, 14 ottobre 1932 – Berlino, 3 aprile 1998), Lawrence Weiner (Bronx New York, 10 febbraio 1942), Ian Wilson, Horacio Zabala.