Nella foto: la facciata del Duomo di Modena
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Sulla chiesa in esame: Il “Duomo di Modena”, iniziato nel 1099 dall’architetto Lanfranco e dai maestri Comacini, con la collaborazione successiva dello scultore Wiligelmo e continuato dai maestri Campionesi, si trova a Modena, fu costruito nel secolo XII ed è di arte “Romanica”.
Il Duomo di Modena è la chiesa più importante di Modena ed è un vero e proprio capolavoro di stile Romanico.
STORIA
La prima chiesa venne eretta nel V secolo nel luogo in cui era stato sepolto San Geminiano, patrono di Modena. Intorno alla metà del XI secolo però, si iniziarono nuovi lavori per sostituire la chiesa esistente con una più grande e più bella, ma già alla fine dello stesso secolo, il popolo decise di costruirne un’altra ancora, poiché il secondo edificio era poco stabile.
I lavori per la terza costruzione iniziarono nel maggio del 1099 e furono portati avanti dall’architetto Lanfranco con l’aiuto dei maestri Comacini, abili muratori e lapicidi, e dallo scultore Wiligelmo, che probabilmente si occupò anche della facciata.
Per tale opera architettonica si utilizzarono tutta una serie di materiali provenienti da vecchi edifici romani.
Nel 1106 venne traslato il corpo di San Geminiano nella nuova cripta della basilica, con l’edificio sacro solo coperto e non ancora completato. Successivamente, anche i maestri Campionesi prestarono il loro lavoro per la realizzazione di detta opera, uno tra tutti fu Anselmo da Campione, che costruì la torre campanaria e portò a termine la cattedrale.
A loro vanno attribuite anche altri interventi come: il rosone gotico che si trova nella facciata, la Porta Regia, gli Arcangeli Michele e Gabriele, la modifica del presbiterio con la realizzazione del pontile e parte delle decorazioni interne.
Molti furono i rifacimenti successivi, i più significativi furono quelli del XV secolo per celare la copertura originaria, quello del XVII secolo per modificare l’abside della cripta oppure quello del XIX-XX secolo per abbassare il pavimento.
ESTERNO
Tutto l’edificio è percorso da una serie di loggette, che si trovano all’altezza dei matronei, e fanno parte di arcate cieche.
La facciata è a spioventi ed è divisa da due paraste in tre settori, corrispondenti alle navate.
Tre sono i portali presenti, tutti senza lunette, i due laterali sono più piccoli mentre quello centrale ha dimensioni maggiori. Quest’ultimo è sormontato da un protiro, sostenuto da due leoni stilofori, e da un’edicola.
Sulla facciata compaiono inoltre, quattro pannelli in bassorilievo realizzati da Wiligelmo che rappresentano le Storie della Genesi.
Al centro sta un rosone, realizzato dai maestri Campionesi nel XIII secolo e sopra di esso i quattro evangelisti, ciascuno raffigurato con il proprio simbolo, con il Redentore al centro.
Sono da menzionare anche le porte laterali: la Porta regia, realizzata in marmo rosa, mentre tutto il duomo è di colore bianco, la Porta dei Principi e la Porta della Pescheria.
La facciata è sormontata da un angelo realizzato in marmo che stringe al petto un fiore e dal 1938 sono state ripristinate anche le cuspidi.
Accanto al duomo si trova la Ghirlandina, la torre campanaria alta poco più di 86 metri, simbolo della città di Modena, il cui nome deriva dalle due “ghirlande”, ringhiere di marmo, che la caratterizzano.
INTERNO
La chiesa è a tre navate, terminanti ognuna con un’abside, e senza transetto. Il presbiterio e il coro sono sopraelevati sulla cripta.
Nella navata centrale si succedono colonne e pilastri, su quest’ultimi poggiano le volte della navata centrale, invece sulle colonne poggiano le volte delle navate laterali.
La navata centrale è suddivisa in quattro campate, mentre le navate laterali ne hanno otto, poiché la lunghezza delle prime è doppia delle altre. Nell’interno si trova un finto matroneo.
La copertura originale era costituita da capriate lignee, poi però nel XV secolo vennero create al loro posto le volte a crociera. Il rivestimento interno è in laterizio.
Oltre alle sculture di Wiligelmo, il duomo contiene altre opere di grande valore artistico.
Tra le tante è giusto citare il pulpito che compare nella navata nord, fatto nel 1322 da Enrico da Campione, il San Sebastiano realizzato su tavola da Dosso Dossi, il Pontile Campionese, caratterizzato dai simboli dei quattro evangelisti e dalla raffigurazione dell’Ultima Cena, una statua di marmo di San Geminiano opera di Agostino di Duccio del XV secolo, gli “stalli intarsiati” di Cristoforo e Lorenzo Canozi da Lendinara del XV secolo e alcune tele di Francesco Stringa, Bernardino Cervi e Lodovico Lana.
Serena