Umberto Boccioni: Ritratto del Maestro Ferruccio Busoni
Alla pagina della prima serie di opere di Umberto Boccioni
Sull’opera: “Ritratto del Maestro Ferruccio Busoni“ è un dipinto autografo di Umberto Boccioni realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1916, misura 176 x 120 cm. ed è custodito nella Galleria d’Arte Moderna a Roma.
Nell’ultimo periodo della sua vita il Boccioni si trovava ospitato presso la famiglia del maestro (musicista) Busoni a Pallanza. Quest’ultimo divenne amico dall’artista già del 1912, quando in occasione della manifestazione futurista londinese, gli acquistò “La città che sale” per portarla nella propria residenza di Berlino.
Quando il pittore scomparve (1916), il maestro musicista scrisse alla famiglia che avrebbe desiderato possedere con fierezza (sue parole “fiero e felice”) le “ultime” opere dell’artista scomparso: certamente sapeva che il proprio ritratto e quello della moglie – insieme ai paesaggi di Pallanza – erano rimasti in mano alla famiglia Boccioni, e, probabilmente a quelli si riferiva.
In quest’opera risultano pressoché assenti le sintesi dei “moti” (assoluto e relativo) ed altre soluzioni di stampo futurista, con un cromatismo che, generando taglienti innesti e forti contrasti, conferisce alla calda figura una forte emotività, mettendola a confronto con i ritmi pulsanti e vivi del freddo sfondo paesaggistico.
Da notare anche che non si è ancora spenta del tutto la componente espressionistica, e, che anche qui il Boccioni rimane fedele alla pittura di Cézanne, soprattutto nella la ricca conduzione coloristica della forma e nelle svariatissime sfaccettature dei piani.
In una lettera, partita proprio da Pratella – datata 16 giugno 1916 – il Boccioni scriveva: “è terribile il peso di dovere elaborare in sé un secolo di pittura”.
Nonostante tutto, l’artista non abbandonò mai del tutto le idee del movimento futurista continuando fino all’ultimo periodo della sua vita a seguirne i vari sviluppi.
In basso, sulla destra, il quadro reca la scritta: ‘Boccioni 1916″.