Annibale Carracci: Pietà (Capodimonte)
Sull’opera: “Pietà” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela tra il 1599 ed il 1600, misura 156 x 149 cm. ed è custodito nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte (Napoli).
Storia: Nel Seicento l’opera si trovava presso il cardinale Farnese (fonte 1: lo scrittore inglese John Evelyn nel 1645 la cita nel suo “Diary” s.d. Fonte 2: Bellori) ed era già elencata anche nell’inventario della “Collezione Farnese” del 1653.
Nel 1680 era inventariata nei beni del Palazzo del Giardino a Parma (fonte: Campori, 1870). Intorno al 1735 o poco dopo fu trasferita a Napoli (fonte: De Rinaldis, 1911).
Con la Pietà raffigurata in questa pagina, il Carracci raggiunge una delle vette più alte della sua attività romana.
L’autografia: Per gli studiosi di Storia dell’arte della seconda metà del Novecento, il dipinto è autografo.
Ipotesi di attribuzione: unanime, eccetto l’ipotesi di Tietze che ne negava l’autografia.
Ipotesi di cronologia: una data vicina il più possibile all’ultimo biennio Cinquecento non ha mai trovato in disaccordo gli studiosi..
Frammenti citazioni e critica: Il Bellori nel Seicento la descrisse così: “… non dobbiamo trascurare in silentio” ……… e quindi “la Pietà con la Vergine a sedere al monumento, la quale con una mano sostenta in seno la testa del figliuolo morto, e apre l’altra, riguardandolo con dolore. Feceui con molta espressione, un Angioletto che tocca col dito una spina della corona, e duolsi della puntura”
Ascendenze: pittura romana del suo periodo ed accenni michelangioleschi negli atteggiamenti dei personaggi.
Studi preparatori: ce ne sono sono tre con una cronologia facilmente distinguibile per gli evidenti sviluppi che differenziano il primo dagli altri due più elaborati e con più ripensamenti come fece rilevare il Posner.