Correggio: Madonna della scodella
Sull’opera: “Madonna della scodella” è un dipinto autografo del Correggio realizzato con tecnica ad olio su tavola nel 1530, misura 218 x 137 cm. ed è custodito nella Galleria di Parma.
I personaggi raffigurati nell’opera sono quelli della “Sacra Famiglia”, in questo caso assistiti dagli angeli di cui, quattro fra le nuvole, uno a destra a fianco alla Madonna un altro sulla destra nel fondo.
Nonostante l’avanzata età del Bambino, nell’opera in esame vi venne identificato il tema del “riposo durante la fuga in Egitto”.
La maggior parte degli studiosi di storia dell’arte pensa che il Correggio abbia attinto la scena dai Vangeli apocrifi, quelli cioè fuori dal canone biblico, cui riferiscono l’episodio del riposo avvenuto dopo il ritorno da tale fuga.
Il dipinto proviene dalla chiesa del Santo Sepolcro di Parma, commissionato al Correggio intorno al 1524 e portato a termine non prima del 1530, come testimonia lo scritto del 2 giugno sulla cornice (disegnata dall’artista, ed intagliata e dorata dallo Zucchi): “Divo Joseppho Deipara Virginis custodi fidiss. coelitusq. destinato huisce arae comuni aere erectores devoti alacresq. erescere MDXXX die II Juni”.
L’opera, appartenente al bottino napoleonico, venne portata a Parigi nel 1796; più tardi ritornò in Italia, e, risulta dalle carte che nel 1816 già apparteneva alla Galleria di Parma.
Nel 1896 il Ricci la fece inserire nella cornice originale, rimasta per un lungo periodo nel Santo Sepolcro, separata dall’opera.
Per quanto riguarda la cronologia, gli studiosi ottocenteschi assegnano date generalmente antecedenti: Pungileoni (1817) e Meyer (1871) gli attribuiscono il biennio 1527-28; Mignaty (1888), il 1526; più recenti studi della critica propendono per il 1529-30, salvo lo scostamento del Bianconi (1960) che ipotizza il biennio 1528-29.