Sandro Botticelli: La derelitta (Collezione Rospigliosi)
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Sull’opera: “La derelitta” è un dipinto prevalentemente attribuito ad Alessandro Filipepi detto il Botticelli, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1495, misura 47 x 41 cm. ed è custodito nella Collezione Rospigliosi a Roma.
Numerosissime sono state le identificazioni nella tematica della composizione in esame tra le quali, la più attendibile, risulta essere quella relativa al secondo passo biblico (13) di Samuele. Scrittura conosciuta a quel tempo – nell’ambiente fiorentino – secondo la quale, il vestito mal ridotto della donna era di un colore uniforme rossastro e non policromatico, nonché ampiamente guarnito, come si trasformò in seguito nelle altre traduzioni (fonte: Creizenach, 1898, che nella figura rappresentata identifica Tamar, abusata e quindi allontanata dal fratellastro Amnon).
Nulla si sa dell’opera fino al 1816, anno in cui fu acquistata dalla famiglia Rospigliosi, che la credeva del Masaccio e con un tema ben diverso da quello attualmente assegnatogli: si pensava infatti alla raffigurazione di Rea Silvia.
Dal 1816 al 1898 furono moltissime le interpretazioni del dipinto del “Mantegna” di cui scrissero studiosi come Zola (1896) che ci scorgeva lo sconforto. Reinach che vi leggeva il dolore; Piccoli (1930), la Verità scacciata dall’ignoranza. Lesser (1930), uno schiavo cristiano prossimo ad essere divorato dalle belve; ecc.
La prima attribuzione al Botticelli provenne da Adolfo Venturi al quale seguì un’ampia fascia di studiosi di Storia dell’arte.
Per la cronologia, il Gamba ipotizza una datazione intorno al 1476, il Bellini gli assegna il biennio 1481-82, il Baldini propone il 1480 circa. La data di realizzazione più attendibile risulta quella intorno al 1495, indicata dal Venturi e dal Salvini.