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Venere e Marte (Londra) di Sandro Botticelli

Il Botticelli: Venere e Marte (Londra)

Il Botticelli: Venere e Marte (Londra)
Sandro Botticelli: Venere e Marte, cm. 69 x 173.5, National Gallery di Londra.

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Sull’opera: “Venere e Marte” è un dipinto di Alessandro Filipepi detto il Botticelli, realizzato (con aiuti) intorno al 1483 impiegando la tecnica a tempera su tavola, misura 69 x 173,5 cm. ed è custodito nella National Gallery di Londra.

Per la storia del dipinto, andando indietro nel tempo, non si scende al di sotto il 1865, anno in cui fu venduta a Firenze a sir Alexander Barker.

Qualche anno dopo, nel 1874, pervenne alla National Gallery, l’odierna sede. Fu realizzata probabilmente su commissione della famiglia Vespucci (Gombrich, nel 1945, faceva osservare il ceppo nell’angolo destro, attorno al quale si agitano alcune vespe, visibili con più chiarezza nel particolare di destra).

La composizione fu certamente realizzata con aiuti che molto probabilmente riguardano la spalliera, come altri consimili elementi. Si fanno i nomi di alcuni artisti, tra il quali, Piero di Cosimo ed Jacopo del Sellaio. Nonostante ciò, regnano nell’opera latenti espressioni neoplatoniche: N. Robb nel “Neoplatonism of the Italian Renaissance” (1935) e Combrich (1945), vedono una Venere-Humanitas che riesce ad influenzare positivamente Marte, il dio della guerra e delle discordie; il Ficino e Pico della Mirandola in “Wind”, nel 1950 descrivono una Venere, tutta amore e concordia, in netta contrapposizione con Marte, il dio dell’odio e della discordia, che viene sconfitto.

Alcuni studiosi di storia dell’arte, tra i quali Palm (1944), ipotizzano che il Botticelli si ispirasse a fonti letterarie di autori come Lucrezio, Lorenzo il Magnifico (Inno a Marte e Venere), Poliziano (Stanze per la giostra).

Per quanto riguarda la cronologia, Il Bode nei suoi scritti del 1921 e del 1926 ipotizzava il triennio 1476-78 che trovava il pieno accordo di van Marle; Schmarsow e Argan assegnavano all’opera un anno ben preciso, il 1475; Horne, Yashiro, Adolfo Venturi ed il figlio Lionello, Mesnil, Gamba, Bottini e Davies gli attribuirono al dipinto il biennio 1485-1486.

Fra tutte le ipotesi la più attendibile è la cronologia assegnata dal Salvini, quella cioè che abbiamo riportato nell’introduzione della pagina, intorno al 1483 circa. Nel 1943 subì un restauro che, tra l’altro, la liberò da estranee ridipinture.

Particolari:

Particolare di sinistra con Venere

Particolare di destra con Marte

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