LA PITTURA ROMANICA IN ITALIA
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Pitture romaniche nelle chiese: Duomo di Torcello, basilica di San Vincenzo di Galliano, abbazia di San Pietro al Monte.
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Il Duomo di Torcello (basilica-cattedrale di Santa Maria Assunta) è un complesso che si presenta con una chiara struttura paleocristiana e fu eretto nel 639.
Possiamo ammirare nel suo interno opere musive del XII secolo, di alto valore, realizzate da artisti veneziani di influenza bizantina: nell’abside mediana è rappresentata una diafana Vergine e nella parete di facciata il Giudizio e il Cristo al limbo (questi ultimi eseguiti in più riprese).
Nello stesso periodo vengono rivestite, sempre da mosaicisti veneziani, le absidi della cattedrale di San Giusto a Trieste, l’abside della cattedrale di Ravenna (1112), gli interni del Duomo di Ferrara, la facciata del duomo di Spoleto (1207), nonché l’abside di San Pietro a Roma (1198, periodo di Innocenzo III, 1218, periodo di Onofrio III) e quella di San Paolo. Anche Firenze ebbe bisogno degli artisti veneziani per le decorazioni musive del Battistero.
La magnificenza coloristica che troviamo nei mosaici con gusti bizantineggianti si manifesta negli affreschi narranti la storia della Passione di Cristo nella cripta della cattedrale di Aquileia, appartenenti al periodo a cavallo tra il XII e XIII secolo.
Anche l’Alto Adige sente gli influssi degli artisti veneto-bizantini e ci lascia una bellissima testimonianza nel meraviglioso ciclo che decora la Cappella di Castel d’Appiano. Di una certa importanza sono anche le pitture di Bressanone (duomo di Santa Maria Assunta), di Termeno (S. Giacomo) e di Lana (chiesa parrocchiale).
Nella Valle Padana, in modo più articolato, si continua a fondere il gusto bizantino con quello ultramontano, ma è in crescita il bisogno di una coloristica che conferisca più concretezza e vigore plastico alle forme.
Questo già si può notare nei maestosi affreschi realizzati nell’abside della basilica di San Vincenzo di Galliano, con la raffigurazione del Cristo fra Ezechiele e Geremia insieme al committente Ariberto da Intimiano (futuro arcivescovo di Milano).
Tutto il catino dell’abside è incorniciato da riquadri e fasce con rappresentazioni di vegetazione e fauna. Al centro sta il Cristo in atteggiamento di preghiera con un libro dischiuso alla propria sinistra.
Ai lati, più in basso, sono collocate le anziane figure di Ezechiele e Geremia, dietro le quali si notano gli arcangeli Michele e Gabriele. Alle spalle di queste figure si intravedono due gruppi di folla. La zona in basso è dedicata alle storie di San Vincenzo. Alcune scene sono attualmente custodite presso la Pinacoteca ambrosiana di Milano.
La forte influenza del linguaggio artistico veneziano aiuta a rendere più saldi i rapporti con l’arte bizantina, come testimoniano le pitture (fine secolo XI o inizi XII) che decorano l’Abbazia di San Pietro al Monte nella Valle dell’oro (Civate), con l’apoteosi finale di Cristo, con insolite storie apocalittiche (il Trionfo dei Giusti), e la fredda rappresentazione musiva dell’abside nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano del secolo XII (il complesso venne venne innalzato in pochissimi anni tra il 379 ed il 386).