Arte bizantina nell’area greca e arte slava
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In Grecia
L’arte bizantina inizia ad interessare tutta l’area mediterranea sin dal IV secolo, periodo in cui la Grecia continentale si trova in penosa decadenza e la cultura di Atene continua ad affievolirsi con la persecuzione dei filosofi che non professano la religione cristiana.
Nell’impero di Costantinopoli, l’arte greca ha una grande importanza.
Nel periodo bizantino le città più influenti sono Tessalonica (Salonicco) ed Edirne, dove l’arte bizantina ha un notevole sviluppo e lascia importanti testimonianze monumentali. La basilica di Santa Sofia (Hagia Sophia, o la Santa Sapienza) – con volte e cupola – uno dei principali monumenti di Istanbul, la chiesa beotica della Dormitio a Skriopou (873-874) – con cupola e pianta a croce – importante soprattutto per le sue decorazioni interne.
Intorno al 1000 – 1100 si diffondono edifici dedicati al culto, a pianta cruciforme, circoscritta da un rettangolo, con quattro sostentamenti della cupola, che possono essere quattro colonne oppure due colonne e due pilastri.
Altre chiese a pianta ottagonale della stessa importanza sono quelle di Nea Moni (1024-1056) a Chios (Scio o Chio) e quella di Dafni. Il modello cruciforme circoscritto dal rettangolo, con cupola centrale ed altre piccole cupole ubicate alle quattro estremità della croce, è diffuso anche nella Macedonia ed in Epiro.
Pochi sono i palazzi e quei pochi appartengono al tardo-bizantino. Di particolare interesse sono i mosaici nelle chiese di Salonicco (tra i quali la decorazione della cupola di Hagios), e di Lesbo e Nikopoli, ancora di stampo alessandrino fino al Cinquecento. Gli artisti greci con dinamica naturalezza si spingono fin nella nostra penisola influenzandone tradizioni e culture.
La pittura murale dell’arte greca sarà caratterizzata, con il passare dei secoli (intorno al Duecento – Trecento), dalle forme statiche e rigide, come testimoniano le opere murali nei monasteri di Salonicco nel monte Athos e a Mistra (Monastero di Brontichion).
La dominazione latina ha lasciato pochissime tracce nella Grecia continentale, ma quelle poche sono di interessantissimo rilievo, come la fortezza di S. Giovanni d’Acri (roccaforte crociata), insieme ad altre architetture della Terra Santa.
Arte Slava
L’influsso dell’arte bizantina nella cultura slava orientale (bielorussi, ucraini e russi) e meridionale (croati, bulgari, serbi, sloveni e macedoni) è molto intenso e prolungato nel tempo, ma non è capace di lasciare segni profondi.
Occorre tenere presente che la componente etnica dell’arte slava continua a difendere caratteristiche di grande rilievo, come testimoniano anche le differenze fra le scuole bulgare, russe e serbe.
Gli slavi edificano i loro templi impiegando prevalentemente materiale ligneo, decorandoli con pitture e sculture. Dello splendore dei santuari parla l’arabo Masudi (grande geografo e storico morto nel 965 d.C.).
È presumibile che le inspiegabili opere decorative delle chiese costruite in pietra a Suzdal’ (Cattedrale della Natività, Monastero di San Euthymius), e Vladimir (Chiesa dell’Assunzione, Cattedrale di San Demetrio), siano state tramandate dalle pitture delle “Kontine”, le costruzioni slave nelle quali vi erano incisioni con fiere e volatili, pitture esterne dal vivace cromatismo, resistentissime al tempo ed agli agenti atmosferici.
Opere scultoree in pietra ed in legno, statue raffiguranti gli dei decorate con argento ed oro, sono una conferma dell’influsso antico-slavo sull’architettura in pietra, diffusasi dal periodo della conversione cristiana degli slavi. Quest’influsso è riscontrabile nelle chiese della Rus’ di Kiev, in corrispondenza con gli inizi dell’arte russa (X secolo) che proseguirà fino al periodo di Pietro il Grande. Più tardi, con l’occupazione dei Tartari, i principali centri d’arte si sposteranno da Kiev verso il settentrione, a Novgorod e a Pskov, in seguito raggiungeranno Mosca. splendore.