Annibale Carracci: Venere, Satiro e due amorini
Sull’opera: “Venere, Satiro e due amorini” è un dipinto autografo di Annibale Carracci realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1588, misura 112 x 142. cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Quest’opera del Carracci può essere identificata in un documento di un certo Guido Anselmi (agente del sig. Camillo Bolognetti) in cui si parla della “Venere in schiena di mano del già sig. Annibale Caracia” e della somma ricevuta “ducatoni di fior, n.° ducenti” dal milanese Michelangelo Spiga che l’acquistò per volere del granduca di Toscana (fonti: Cavalli, 1958; carteggio di Cioli, l’allora segretario nell’archivio de’ Medici a Firenze).
Il Malvasia (1678) cita l’opera come appartenente alla collezione granducale.
Il Gulandi (1843) mette in relazione il dipinto citato dal Malvasia con quello del documento: “ne sdegnò Ludovico ch’era cicciosetto e polputo, spogliarsi fino alla cintura, lasciar copiare la sua schiena ad Annibale nella Venere volta in quell’attitudine, che poi da’ signori Bolognetti fu venduta alle Altezze Serenissime di Firenze, ed oggi trovasi fra l’altre pitture famose del Real Museo”.