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I pittori visionari

PITTORI VISIONARI

William Blake: Sconfitta
William Blake: Sconfitta

L’isolamento esistenziale che affiora con l’avvento del movimento romantico, mette fine all’utopia collettiva di tipo illuministico: l’uomo in un certo senso si affranca dalla tangibilità del reale mentre le gamme cromatiche nei supporti pittorici si ampliano affinché si abbia la possibilità di poter dipingere “anche e soprattutto ciò che non si vede”.

Le immagini delle figure vengono alleggerite fino al raggiungimento dell’immaterialità, rese meno consistenti e poco definite, in corrispondenza alla perdita dell’antropocentrismo del linguaggio neoclassico.

Il bello non viene più interpretato nella statica dei corpi: ora affiorano le forze provenienti dalla parte più profonda dell’essere umano, che modificano in modo talvolta orrendo e minaccioso la materia, anche a seconda degli impulsi, spesso sfrenati dello spirito. Allo stesso tempo, la figura dell’artista viene delegata ad un impegno del tutto nuovo, come se fosse l’artefice di un paradiso perduto, di una parola divina da ricercare tramite lo stile. L’artista comunica  il messaggio di Dio. Famose sono le parole di Blake a proposito di questo: «L’uomo che si eleva al di sopra di tutti è l’artista; profeta è colui che è dotato d’immaginazione».

Fussli: Lady Macbeth con i pugnali

Johann Heinrich Füssli, (Zurigo, 7 febbraio 1741 – Putney Hill, 16 aprile 1825) di origine svizzera trasfigura le farfalle e la gradevole fauna del Neoclassicismo in incubi notturni veri e propri, in orribili creature alate che si perdono nell’oscurità. Nelle opere “Satana sul lago di fuoco chiama Belzebù” (1802, Knsthause, Zurigo) e l”‘Incubo” (Institute of Fine Arts of Detroit) sono concentrate tutte le paure dell’uomo. La visione onirica, con tutti i suoi coinvolgimenti incoerenti, si trasforma in regno di varia creatività, ossessioni, immagini che nascono e si dissolvono istantaneamente, desideri erotici.

Il suo coetaneo James Barry (11 ottobre 1741-22 febbraio 1806) definito da Blake un “incompreso”, è anch’egli vittima dell’impresa dell’arte. Realizza un autoritratto (1803) immedesimandosi nel pittore greco Timante, dominato da spoglie della grecità classica trasfigurate in fantasmi orribili. Le gamme cromatiche si fanno brune e scure nel dipinto “King Lear Mourns Cordelia’s death” (1786-1788): dove il re “Lear” piange la morte di Cordelia, in un tetro contesto.

William Blake: Beatrice

William Blake (1757-1827) afferma: «il mondo dell’immaginazione è il mondo dell’eternità», nel quale verità e apparenza, esperienza e fantasticheria, mondo reale e sovrannaturale, sono senza confini. Gli angeli di Blake comunicano con l’uomo; Blake stesso assiste alla cerimonia funebre di una fata, e re David gli rende omaggio.

Egli è in continua ricerca di una cosmologia universale che lega tutte le mitologie: classiche, semitiche, orientali e nordiche.

Nelle sue opere le figure mantengono fascino classico e genuinità, con linee che le accostano a quelle del danese Jakob Carstens (1754-98); ma la vera maestosità michelangiolesca dell’artista danese, in Blake si riduce, perde consistenza, si trasforma in energia instabile. Newton (1795), l’eroe del Neoclassicismo per il quale Boullée aveva studiato un mausoleo, con Blake sprofonda negli abissi marini, schiavo del proprio calcolo scientifico. Philipp Otto Runge (1777-1810) si ritira nella favola dell’infanzia, che viene evocata dal pittore tedesco come un’età dell’oro dove l’amore resta incontaminato. L’affiatamento della famiglia, che egli rappresenta in alcune sue opere, diviene specchio dell’organizzazione dei rapporti umani. In un grandioso ma irrealizzabile progetto egli si propone di dilatare tale armonia nell’intero universo.

Frammento riguardo Fussli:

Fussli: Incubo (Institute of Fine Arts of Detroit)

Johann Heinrich Fussli, detto Henry Fuseli nell’ambiente londinese, nasce a Zurigo nel 1741 e muore a Londra ( Putney Hill) nel 1825. Il padre lo avvia sulla strada ecclesiastica.

A seguito di questa imposizione egli sviluppa una certa antipatia verso la teologia dogmatica, optando su approfondimenti di altra natura nelle letture di Dante, Milton, Shakespeare, Omero e dei Nibelunghi. Nel 1770 arriva in Italia e vi rimane fino al 1777.

A Londra, dove si stabilisce a partire dal 1780 fino alla fine dei suoi anni, viene eletto membro della Royal Academy. Tra gli allievi c’è anche William Blake.

Verrà tumulato con tutti gli onori a Saint Paul nella cattedrale.

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