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Arte del Neoclassicismo: formazione e fonti

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Il Neoclassicismo nell’arte

Andrea Appiani: Apoteosi di Napoleone
Andrea Appiani: Apoteosi di Napoleone

Arte del Neoclassicismo: il Neoclassicismo nasce dai concetti di uomini di pensiero in Germania.

Subito dopo le prime manifestazioni si espande, sotto la spinta crescente dovuta agli scavi archeologici in Italia (Napoli), in Inghilterra e in Francia, diffondendosi rapidamente a macchia d’olio in tutto il continente europeo.

Il “Nuovo Mondo” ha un nuovo ripensamento che lo riporta al gusto dell’antico, il Neoclassicismo, che si esprime a 360 gradi nella pittura, nella scultura e nell’architettura.

La parola “Neoclassicismo” caratterizza un ben definito movimento di senso artistico europeo, che dà origine ad uno stile identificabile nei fattori linguistici, attribuendogli una propria connotazione.

Grigoletti: Ritratto di Virginia Sartorelli

Esso incomincia timidamente a manifestarsi già prima del 1750 e prende forza con l’aiuto di un’impostazione teorica codificata di grandi studiosi come Winckelmann (1717-1768), Mengs (1728-1779) e Milizia (1725-1798).

Questi hanno una nuova aspirazione comune, ormai già sentita appassionatamente e già diffusa ovunque in Europa.

Il noto termine “stile impero” è il rapido ed intenso momento in cui il Neoclassicismo, in quanto tendenza di gusto, tocca il suo più alto splendore; più tardi, tutti i fattori che porteranno al Romanticismo, già presenti e identificabili fin dall’inizio, scompongono lo stile nel suo interno.

È una tendenza di pensiero aperta a tutti i campi, che rende partecipi non soltanto personaggi della pittura, dell’architettura, della letteratura e della musica, ma che contribuisce a dare ispirazioni artistiche a realizzatori di arredi, disegnatori di tessuti, creatori di gioielli, artisti nel vasellame, ebanisti e decoratori in genere.

Con il passare degli anni, il carattere del linguaggio varia in relazione al paese d’origine.

Formazione dello stile neoclassico

L’impiego di nuovi elementi nello stile neoclassico, avviene gradualmente e con cadenza, venendo arricchito con nuove forme simmetriche in alcuni motivi ornamentali di interpretazione Rococò.

Si ha così un linguaggio in piena trasformazione, che continua però a mantenere una buona dose di grazia effeminata, pur mostrando talvolta note un po’ fuori dal contesto.

La parabola del linguaggio Rococò e quella del Neoclassicismo potrebbe essere vista come un incessante contrasto.

Una tendenza di pensiero affaticata dalla linea curva e dalle ornamentazioni di stile Rococò, si profila fino dal terzo decennio del secolo con Voltaire (Le Tempio du goùt, 1730), con il celebre architetto Jacques-Francois Blondel (De la distribution des maisons de plaisance, 1737; Architecture Francoise, 1752 Cours d’Architecture, Parigi 1750-1771) e con Le Blanc (Lettere al conte de Caylus, 1737-44).

I fattori utopici e razionalistici del movimento neoclassico derivano, in parte, da uno spirito scientifico degli studiosi, fedeli alle finalità formative dell’arte e della ristrutturazione “morale”, possibile grazie a esso.

Diderot desiderava di «rendere attraente la virtù e odioso e ridicolo il vizio», proprio come la rappresentazione mentale della bellezza era  inscindibilmente legata alla dolcezza e alla virtù. Suggeriva, soprattutto all’artista  creatore, una netta responsabilità e, allo stesso tempo, si raccomandava che le sue opere venissero destinate al bene ed all’educazione della società.

Le fonti italiane del Neoclassicismo

Nel corso del Settecento, l’attrazione per il passato – come in tutte le altre epoche – è incoraggiata ancor più da una forte volontà di miglioramento.

È proprio nella capitale, sulle macerie di una civiltà ormai estinta, che nasce il nuovo linguaggio, grazie ai preziosi stucchi romani rinvenuti nelle tombe della via Latina, alle rovine del palazzo imperiale di Spalato, alla costituzione del Museo Pio-Clementino e di quelli delle ville Albani e Borghese.

A queste si devono aggiungere gli scavi, incoraggiati e sostenuti da Carlo VII di Napoli (1734-59). Roma diventa la capitale internazionale dell’arte e la vicina Napoli è una tappa obbligatoria delle persone colte di tutta Europa.

Per favorire la diffusione delle nuove scoperte, re Carlo istituisce l’Accademia Ercolanense, che dal 1757 al 1792 pubblica otto grandi volumi con il nome di “Le antichità di Ercolano”. In tale impresa c’è la volontà di riprodurre tutte le opere in bronzo e gli affreschi ritrovati nel corso delle ricerche, per mezzo di illustrazioni, copie di affreschi e bronzi, più o meno verosimili, e tutto ciò promuove una rapida espansione delle nuove tematiche tra artisti, pittori e decoratori. Putti e cupidi, insieme ad altre figurette alate, dilagano nelle camere da letto e negli studi di molte residenze; il celebre tripode con sfingi, ritrovato a Pompei, influenzerà notevolmente il mobilio impero. Lo “stile pompeiano” nasce per opera di Joseph-Marie Vien (1716-1809), primo maestro di David. Egli armonizza lo scenario della “Venditrice di amorini” in un ambiente interno decisamente neoclassico.

Da Roma, in seguito al ritrovamento degli obelischi e delle statue egizie rinvenute a villa Adriana a Tivoli, incomincia a diffondersi l’interesse per tutto ciò che è cultura egizia. Più tardi, in seguito alla spedizione di Napoleone in Egitto (1798), si manifesterà una nuova moda, un Neoclassicismo cosiddetto egittizzante.

Frammenti

  • Il Neoclassicismo è una tendenza che riguarda più campi oltre quello della pittura e si sviluppa in Europa intorno alla seconda metà del Settecento.
  • Il Neoclassicismo reagisce allo stile barocco, volendo riproporre la legittimità dei canoni classici, reputati perfetti, come ideale di eleganza e misura di sobrietà.
  • La Germania offre le massime espressioni intellettualistiche. Nel nostro Paese è il Canova che nel campo della scultura si pone all’avanguardia del Neoclassicismo.
  • In Francia, il Neoclassicismo diventa la tendenza artistica preferita dal regime rivoluzionario, assumendo così ben precise valenze politico-morali.
  • Le opere di Jacques-Louis David, oltre a recuperare le eleganti forme dell’antico, mirano ad intensificare le arti figurative di un chiaro carattere pedagogico.
  • Sotto il dominio di Napoleone, il movimento perde la sua forza ideologica giacobina e si tramuta nel gusto ormai imperante della nuova borghesia.
  • Il Neoclassicismo influisce in modo assai sorprendente anche sulla ceramica, sull’arredamento e sulla moda.
  • Pur parlando di pittura non possiamo dimenticare il contributo dato da due grandi personalità della letteratura: Vincenzo Monti  (1754-1828) e Ugo Foscolo (1778-1827). Quest’ultimo riesce ad armonizzare la perfezione del Classicismo alla sensibilità del Romanticismo.

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