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Il Settecento francese e inglese

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La pittura francese

La pittura francese del Settecento è intensamente concentrata attorno alla vita di corte, che costituisce anche la sua principale fonte di richiesta.

Essa è nell’insieme contraddistinta da accenti gradevoli e voluttuosi con linguaggio rococò ma, allo stesso tempo, dal modo di recepire di un occhio critico e scettico, acquisito dall’approfondita conoscenza della scuola fiamminga.

Poussin: La morte di Saffira
Poussin: La morte di Saffira

Da un lato perciò, la pittura francese del periodo guarda come sempre agli schemi accademici, di origine bolognese e romana, contraddistinti a un certo punto, nel Seicento, con l’operato di Nicolas Poussin; dall’altro fa cogliere un’amara cognizione esistenziale, dove le grazie dell’Arcadia si manifestano, più che come visione onirica, deliberata finzione; e dove la chiara sensualità di molte figure, più che raffigurare una lode alla gioventù e alla bellezza, si presenta permeata di provocante erotismo.

Antoine Watteau: Imbarco per Citera

Antoine Watteau (1684-1721) è il grande esponente che dà l’avvio al periodo settecentesco della pittura francese e che ne influenza gli approfondimenti, procurando una serie di modelli non eludibili.

Debutta come disegnatore grafico di costumi e si applica per gran parte della sua attività a ritrarre maschere o attori, acquistando un successo che presto lo farà entrare nell’Accademia e lo spronerà a studiare a fondo la rappresentazione di fétes galantes. Ma la sua disinvoltura, anche beffarda, abbastanza ostentata in parecchie sue opere – nella bella maniera della descrizione di controversie amorose, nella rappresentazione di concerti all’aria aperta e delizie arcadiche, nei vari contesti di sottofondi nostalgici e malinconici, nell’impiego di quel senso dell’attimo fuggente – trapela dalle sue più importanti composizioni; tutto questo ne costituisce la colonna portante e, quindi, la ragione dello smarrimento che si genera nella psiche di chi le guarda.

Watteau: L’amore al teatro italiano

Questo è il significato più intenso di opere celebri come “L’amore al teatro francese” e “L’amore al teatro italiano” (cm. 37 x 48, anno 1719, Statliche Museen, Berlino), avvolte in un’evanescente e soffusa atmosfera, quasi a creare una dimensione onirica. Il singolare rappresentante della stagione rococò è, nella scuola francese, Francois Boucher (1703 – 1770), che è attivo sotto le Reggenza e sotto il regno di Luigi XV, interpretando molto bene il clima pompadouriano.

Boucher: Trionfo di Venere, particolare, 1740, Stoccolma, Museo Nazionale

Boucher, che era stato preceduto da alcuni ritrattisti di corte dalla sontuosa e inequivocabile espressività come Nicolas de Largillière (1656-1746), arricchisce la sua conoscenza con la cultura accademica di origine romana, specialmente dopo una permanenza nella città, ma anche con gli  insegnamenti veneziani, soprattutto quelli di Sebastiano Ricci. Interpreta tutto questo con una naturale piacevolezza, dove le morbide e sensuali curve dei corpi mantengono un sapore realistico che ne crea gli aspetti sconvolgenti.

Autoritratto di Chardin

Boucher rappresenta il risvolto raffinato ed elegante di una circostanza pittorica, dove il sottofondo è composto da un realismo scrupolosamente puro, di chiaro stampo fiammingo, come si manifesta nell’opera di Jean-Baptiste Chardin (1699-1779), la cui razionalità descrittiva tocca confini di sconvolgente modernità, così come la stesura rapida e densa, dai timbri aurei, di Jean-Honoré Fragonard (1732-1806) coglie la freschezza dell’immagine in uno straordinario preannuncio impressionista.

La scuola inglese

Reynolds: Lady Cockburn con tre dei suoi figli

Indiscutibili tratti di modernità, ma indubbiamente con toni antiaccademici, ostenta insieme alle altre anche la scuola inglese, che dopo il 1750 evidenzia il nascere della sensibilità romantica, specialmente mettendo di buon grado a confronto le figure con ampi e spontanei spazi paesaggistici.

Joshua Reynolds (1723 – 1792) rivela nelle linee consensi rococò con una differente fermezza di mano, e la vitalità delle sue raffigurazioni consiste nella leggerezza e nell’indefinito per quanto riguarda il ritratto. Inoltre i soggetti si pongono entro circostanze naturali, in un contesto dai toni intimistici.

Gainsborogh: La passeggiata mattutina

Con Thomas Gainsborough (1727-1788) la rappresentazione dei personaggi si fa superficialmente più insensibile e violenta, con un’accorta messa in evidenza delle arroganze aristocratiche, che sono insieme tutela della propria privacy. Ogni sopraffazione però si addolcisce e si disperde nel contesto di paesaggi profondi, tranquilli e maestosi, nella loro graziosa ampiezza, fatti con tocchi, tonalità e tagli ormai assai vicini all’espressività ottocentesca.

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