Paleolitico e Civiltà Preclassiche
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ARTE DELL’ANTICO ORIENTE
Dal 4000 al 3000 a.C. emergono dalla notte buia della preistoria, le vastissime regioni dei più importanti fiumi che attraversano l’India e la Cina.
Queste civiltà esprimono caratteristiche estremamente singolari, un marcato vigore artistico e una vita dedicata alla creazione di opere, in costante evoluzione attraverso i secoli.
La produzione artistica di queste civiltà è di grandissima importanza e completamente diversa nella forma e nell’espressione da quella delle popolazioni occidentali.
Le urbanizzazioni che si potenziano lungo tutto il corso dell’Indo, diffondendosi dal Pakistan al Gange, hanno i loro punti nevralgici nelle città di Harappa (Punjab) e Mohenjo-daro (Khairpur, Pakistan).
ARTE DELL’INDO
Coerenza, razionalità e intransigenza governano l’urbanizzazione nelle epoche più antiche: isole urbanistiche regolarmente squadrate, ciascuna con estensione di 400 metri per 200 metri e strade perpendicolari orientate nelle direzioni dei meridiani e dei paralleli terrestri, dalle quali si diramano vie secondarie, che mettono a punto la mappa delle più importanti città. In posizione elevata sta il fulcro dell’acropoli, protetta dalle mura.
L’esibizione del potere si manifesta nei maestosi centri monumentali, nella rappresentazione stessa di tutta la struttura urbanistica più che nei singoli fabbricati: di scarso rilievo artistico sono infatti gli sporadici templi e le tombe reali, che invece caratterizzano i popoli della Mesopotamia e dell’Egitto.
Le dimore del popolo, tutte fabbricate con mattoni cotti e legno, sono posizionate intorno ad una grande corte, dalla quale si diramano gli accessi ai reparti dei bagni e ad altri ambienti di uso comune, non sempre direttamente comunicanti tra loro.
Il continuo sfruttamento del territorio, la costante lotta con i suoi fiumi, pieni di vita ma talvolta impietosi, danno modo alla popolazione dell’Indo di maturarsi durante il corso dei millenni: con l’ausilio di intelligenti apparati di irrigazione, ottiene abbondanti raccolti di grano, di cotone e sviluppa la pastorizia. Le innovazioni della tecnica idraulica permettono la realizzazione di una catena di fognature collegate tra loro, una ragnatela di tubolature per l’approvvigionamento dell’acqua, dighe, numerosissimi e capienti pozzi in mattoni a disposizione dell’intera comunità. La società, in questo periodo, che va dal 2000 al 1000 a.C., ha un livello di civilizzazione molto elevato rispetto alle altre popolazioni; è omogenea sotto il profilo artistico – culturale e concettuale, con sistemi universali per la misura e la scrittura, e risulta centralizzata sotto l’aspetto politico.
Eccezionale il livello espressivo ottenuto nel campo della lavorazione della ceramica. Le forme arrotondate dei vasi, create prevalentemente con il tornio, sono quasi sempre decorate in tinta nera con sfondo rosso, mentre quelli con più colori hanno generalmente uno sfondo molto più chiaro. Temi a forma geometrica, strisce racchiuse tra linee che corrono parallelamente, zone a scacchiera, tratti circolari, cerchi concentrici e segni a spirale si accostano a soggetti più realistici, come la rappresentazione della natura vegetale, animale (comprese le figure umane), non di rado frammisti con tematiche impressionanti, talvolta mostruose.
Il linguaggio espressivo delle popolazioni dell’Indo, ha la sua caratteristica più significativa nei i sigilli a stampo in steatite: di forma generalmente quadrata con superfici ben levigate, seguono codici consueti nella preferenza della tematica. La figura di spicco in senso assoluto è sempre l’animale, da solo o in gruppi, che costituisce l’immagine più assiduamente raffigurata sui reperti che sono giunti ai nostri giorni. Sotto una breve didascalia codificata, formata da non più di quattro o cinque segni, la figura dell’animale è posizionata in modo frontale verso oggetti dal significato talvolta sconosciuto: l’unicorno dall’aspetto bovino si protrae tutte le volte verso un imperscrutabile braciere, costituito da una trave verticale sulla quale si collocano un catino e un altro pezzo posto in verticale.
Accanto ai rarissimi piccoli bronzi ed alle ceramiche, la scultura in pietra del sacerdote da Mohenjo-daro – per la cura particolareggiata nella realizzazione della barba, per le eleganti forme del volto, per la torsione della testa – costituisce la testimonianza dei suoi alti linguaggi espressivi. La rapida evoluzione dei popoli dell’Indo viene troncata improvvisamente nel XVI secolo a.C.; le metropoli di Harappa e Mohenjo-daro scompariranno per sempre e saranno sostituite da numerosi villaggi agricoli.