Andrea del Castagno: Crocifissione (Santa Maria degli Angeli)
Sull’opera: “Crocifissione di Santa Maria degli Angeli” è un affresco attribuito ad Andrea del Castagno realizzato intorno al 1455, misura 270 x 347 cm. ed è custodito nell’ex-monastero (Museo del Cenacolo) di Sant’Apollonia a Firenze.
L’affresco in esame, citato dalle più antiche fonti tra cui l’Anonimo Magliabechiano e il Vasari, era raffigurato in una delle lunette del chiostro del monastero di Santa Maria degli Angeli. Il Vasari ne parlò sia nelle “Vite de’ più eccellenti …” edite nel 1550, sia in quelle del 1568: “nella testa del chiostro sopra l’orto”.
Il Richa parlava di un affresco mal conservato e scialbato, rinvenuto nel convento da un monaco camaldolese, mentre il Milanesi, il Cavalcaselle ed il Crowe, che probabilmente lo osservarono in un luogo poco illuminato, ne respinsero l’autografia. In tempi assai più recenti viene invece considerato dalla maggior parte degli studiosi come opera dell’artista.
Per quanto riguarda la cronologia, la critica si divide ipotizzando momenti assai differenziati: l’ipotesi di assegnarlo al periodo tardo di Andrea, avanzata dal Salmi e dalla Horster, è quella che risulta la più accettata dal resto degli studiosi di storia dell’arte.
La Crocifissione, come altre opere realizzate – anche – in periodi alquanto distanziati, testimoniano la forza espressiva dell’artista. Qui i personaggi, con pose ed atteggiamenti del tutto naturali e realistiche, certamente meditate da Andrea in riferimento all’opera donatelliana, dimostrano una perfetta conoscenza anatomica (si noti il corpo del Cristo in ogni suo elemento). Vi si evidenzia anche una padronanza nella stesura di un chiaroscuro deciso e vigoroso, derivato in primis dalla pittura masaccesca, ma ulteriormente invigorito da tinte più decise, con eccellenti risultati di coloristica e luminosità.