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La tomba di Ramesse IX (KV6)

La tomba di Ramesse IX (KV6)
Soffitto della sala del sarcofago con le scene dal Libro della Notte.

Note sulla tomba di Ramesse IX:

  • Località: Valle dei re

  • Sigla della tomba: KV6

  • Titolare della tomba: Ramesse IX

  • Dinastia: XX

  • Periodo: 1125 a.C. – 1107.

  • Lunghezza: Intorno agli 86 metri.

  • Note sul sarcofago: –

  • Data della scoperta: 1888 – 1905-05.

  • Note sullo scopritore: Deressy.

Soffitto della sala del sarcofago con le scene dal Libro della Notte.

Rilievo dell’anticamera dove viene raffigurata Iunmutef (“II pilastro della madre sua “) con una veste di pelle di pantera ed una treccia sulla testa. Iunmutef fa una libazione. Di fronte a lui si vede uno stendardo con ariete.

Uno dei titoli di Ramesse IX: Nesut-bity, “colui che appartiene al giunco e all’ape “, ovvero all’Alto e al Basso Egitto.

Questa è l’ultima tomba, tra quelle dei faraoni appartenenti alla XX dinastia, che è stata scavata e poi rimasta incompiuta.

La sua ubicazione centrale nella necropoli e la comoda accessibilità ne fanno, in epoca attuale, la più visitata, quindi anche la più esposta tra le altre ad accidentali danneggiamenti. Pur tuttavia è in buono stato.

Il suo ingresso, più largo delle altre tombe reali, venne scavato nella roccia della ripida collina, molto vicino alle KV5 e KV55. A causa dei numerosi saccheggi in epoche lontane, la mummia del faraone fu trasferita in un posto segreto di Deir el-Bahari dove poi è stata rinvenuta.

La tomba è formata da una scalinata abbastanza lunga, da un corridoio che immette in un’anticamera, dalla sala del sarcofago.

Nelle prime due foto si vede il soffitto della camera del sarcofago con scene dal Libro della Notte. Per gli antichi egizi, il ciclo era rappresentato dalla dea Nut, rappresentata, a volte come vacca e a volte come una donna, che copre il mondo abitato con il suo corpo.

Le gambe stavano ad oriente e le braccia ad occidente posando sul suo sposo, il dio Gheb che faceva da terra. Tra i due si trovava Shu, il dio dell’aria che con le braccia teneva il corpo della dea.

Durante le ore diurne, il Sole veniva trasportato da una imbarcazione sul corpo della dea e, giunto all’orizzonte occidentale, veniva ingerito da Nut per essere nuovamente dato alla luminosità del mattino. Nel corso delle dodici ore notturne l’imbarcazione veniva trainata nell’aldilà per visitare il mondo dei morti. Questa scena viene di sovente raffigurata, soprattutto in ambito funerario.

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