Beato Angelico: Imposizione del nome al Battista
Sull’opera: “Imposizione del nome al Battista” è un dipinto di Beato Angelico, realizzato – probabilmente con aiuti – nel 1434-35, impiegando la tecnica a tempera su tavola, misura 26 x 24 cm. ed è custodito nel Museo di San Marco a Firenze.
La tavola, date le piccolissime dimensioni (26 x 24 cm.), molto probabilmente apparteneva a un impianto pittorico, ad oggi ancora sconosciuto (fonte: Catalogo della mostra, inaugurata nel 1955).
Il Cavalcaselle, con il pieno appoggio del Crowe, ipotizzò un collegamento diretto con la “Incoronazione della Vergine” di Santa Maria Nuova, indicandone anche la posizione come zona della predella, ma tale ipotesi fu negata dagli altri studiosi di Storia dell’arte.
Più convincente, invece, pare la supposizione del Longhi (“CA”, 1940) che pone il dipinto in relazione al “San Giacomo che libera Egemone” (tavola autografa dell’Angelico, 26 x 24 cm. custodita a Parigi nella collezione del duca de Cars) e ad altre due tavolette custodite nella Biblioteca Comunale di Forlì (“La preghiera nell’orto” e la “Natività” , entrambe di 26 x 16 cm.).
Il dipinto viene citato dal Lanzi nella “Storia pittorica della Italia….” (1795-96) e definito come il “più gaio e finito” dell’artista.
Per quanto riguarda la cronologia, la critica ufficiale converge sul non scendere oltre la data del 1435, anno in cui il fiorentino Andrea di Giusto (1400 – 1450) copiò l’opera in esame per il Polittico della Pinacoteca di Prato. (fonte: Mario Salmi, “RA” 1936).