Giovanni Bellini: Cristo benedicente (Louvre)
Sull’opera: “Cristo benedicente” è un dipinto autografo di Giovanni Bellini detto il Giambellino, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1460, misura 58 x 44 cm. ed è custodito nel Museo del Louvre a Parigi.
Molto probabilmente si tratta dell’opera citata dal Ridolfi nelle “Meraviglie dell’arte” (1648) con la titolazione di “Effigie del Salvatore”, che la descriveva indicandone l’ubicazione nel convento degli “Agostiniani a Santo Stefano” a Venezia.
L’opera in esame apparteneva alla collezione Orloff; Fry, nel 1912, l’assegnò al Giambellino (“BM”).
Per quanto riguarda la cronologia, la maggior parte degli studiosi di storia dell’arte sono propensi ad attribuirgli il 1460. Il Pallucchini ipotizza un anno in anticipo, mentre Heinemann (1962) la posticipa addirittura di dieci anni.
Quello che colpisce in questo dipinto è l’espressione di profondo patetismo che ormai già risulta consolidato nell’artista e che vedremo con più enfatizzazione nelle future composizioni, culminanti nel “Cristo Morto sorretto dalla Madonna e da San Giovanni” (Pinacoteca di Brera).
Il vibrante cromatismo che crea l’effetto luce, da sinistra verso destra, rende splendente la figura e, allo stesso tempo, “inaspettatamente illuminata”, stagliandola nettamente dallo sfondo paesaggistico e dal movimentato cielo.