Andrea del Castagno: Cristo in pietà sorretto da due angeli
Sull’opera: “Cristo in pietà sorretto da due angeli” è un affresco autografo (attualmente staccato) di Andrea del Castagno realizzato intorno al biennio 1447-48, misura 283 x 330 cm. ed è custodito nel ex-monastero di Sant’Apollonia, Firenze.
L’affresco, attualmente staccato dal muro – era raffigurato sopra un portale del monastero di Sant’Apollonia, nel cui cenacolo l’artista aveva realizzato l’Ultima cena, la Deposizione, la Crocifissione e la Resurrezione.
Non si conosce la data esatta dello strappo della presente composizione ma si sa che, più o meno, sia da riferire all’inizio dell’Ottocento.
Per quanto riguarda la cronologia della composizione, essa viene tradizionalmente inserita nel periodo immediatamente successivo agli affreschi del cenacolo.
L’opera non si trova in ottimo stato di conservazione e molti brani della stesura pittorica si leggono ormai solamente a livello globale, per via della scomparsa – a macchia di leopardo – dei pigmenti originari.
Il Cristo si erge con un impressionante affaticamento dal sepolcro, sorretto da due angeli. La resa anatomica, come in altre opere dell’artista, è eccellente, e l’inserimento della figura nello spazio – con elementi di vivo naturalismo che rilevano il gradevole andamento ritmico nei vari piani – è perfetto. Le gambe appesantite affondano nel sepolcro, il tronco è arcuato, le braccia cadenti vengono sorrette, la testa è reclinata in avanti.
Tale naturalezza, certamente colta dal reale, ha origine dall’impiego in pittura dei fondamentali dello stile donatelliano, a cui Andrea spesso si riferiva integrandoli con i suoi vigorosi e netti chiaroscuri e con le influenze derivate da Masaccio, ma intonazioni cromatiche più decise ed effetti luministici più vigorosi.