Piero di Cosimo: Visitazione con i santi Nicola e Antonio Abate
Sull’opera: “Visitazione con i santi Nicola e Antonio Abate” è un dipinto autografo di Piero di Cosimo (Piero di Lorenzo), realizzato con tecnica a olio su tavola nel periodo compreso tra il 1482 ed il 1489, misura 184 x 189. cm. ed è custodito nella National Gallery of Art di Washington.
L’opera in esame viene identificata con quella ricordata dal Vasari ne “Le Vite” (1568): “….. nella chiesa di Santo Spirito lavorò alla cappella di Gino Capponi una tavola che v’è dentro una Visitazione di Nostra Donna con San Niccolò e un Sant’Antonio che legge con un par d’occhiali al naso che è mollo pronto. Quivi contraffece un libro di cartapecora un po’ vecchio che par vero, e così certe palle a quel San Niccolò con certi lustri, ribattendo i barlumi e i riflessi l’una nell’altra, che si conosceva fin fino allora la stranezza del suo cervello e il cercare ch’e’ faceva delle cose difficili”.
Assai significativo si presenta il fondo, in cui appaiono tre episodi che, a partire da sinistra, vengono identificati in: “L’Annunciazione”, “L’Adorazione dei pastori” e la “Strage degli innocenti”.
Nel 1713 la tavola venne rimossa dall’ubicazione originaria per essere sostituita da un dipinto di Giovanni Camillo Sagrestani (Firenze, 1660 – Firenze, 1731), e quindi trasferita nella villa Capponi a Legnaia. Dell’opera non si seppe più nulla, tanto che il Cavalcaselle nel 1866 la considerava ormai perduta. Riapparve finalmente intorno alla fine del secolo XIX nella collezione Cornwallis West a Newlands Manor, Hampshire (fonte:Berenson, 1396).
Nel 1933 fu oggetto del mercato antiquario statunitense, quindi, nel 1939, passò alla collezione Kress.
La cronologia di questa tavola è particolarmente importante per conoscere il percorso artistico di Piero di Cosimo.
Da quello che si può ricavare da documentazioni certe, ritrovate nello scorso secolo, si pensa che sia stata realizzata tra il 1482 ed il 1489. La datazione “post quem” del 1483 coincide con l’arrivo a Firenze del trittico Portinari (commissionato da una nota famiglia di banchieri della città) di Hugo van der Goes (1440 – 1482), il cui naturalismo affascinò Piero di Cosimo, come testimoniato anche dal Vasari nella sua dettagliata descrizione, mentre risulta che nel 1489 la famiglia Capponi pagava a Chimenti del Tasso una cornice per la pala che doveva decorare la loro cappella nella chiesa di Santo Spirito.