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Arte della Preistoria
L’istinto umano è sempre andato alla ricerca del bello. Quello che abbiamo oggi, è lo stesso istinto che avevamo ai tempi della nascita dell’umanità, e non è assolutamente mutato. Una sola differenza: prima ne facevamo più uso, oggi invece … lo usiamo raramente e senza neanche rendercene conto.
La prima domanda che ci viene spontanea prima di iniziare il meraviglioso cammino della storia dell’arte (in questo caso “frammenti di storia dell’arte”), è quella che riguarda la definizione stessa dell’arte: “Cos’è l’arte?” e poi “che significato ha per noi l’arte ?” e poi ancora “l’arte nasce dalla razionalità o dall’istinto dell’uomo?”.
Alla prima domanda penso si possa rispondere semplicemente asserendo che l’arte è semplicemente “creatività” in qualsiasi campo, nella costruzione di edifici, di sculture, pitture, mobili, tessuti e tutto ciò che la mente possa immaginare. Ognuno di noi può essere un artista, fornito di un, più o meno grande, potenziale creativo.
Alla seconda domanda è più difficile rispondere, dal momento che ognuno di noi sente l’arte in modo diverso.
Dato che le opere d’arte sono perlopiù esposte nei musei, nelle gallerie, nei maestosi edifici, negli eleganti e ricchi salotti ……. possiamo rispondere con certezza soltanto ad una parte della domanda, ma se pensiamo allo scopo per cui sono nati certi capolavori che ci pervengono dall’antichità, ci accorgiamo che qualcosa non torna: certamente nell’età primordiale lo scopo di una nuova “creazione” non era la bellezza e l’armonia ma qualcos’altro che corrispondeva molto probabilmente alle effettive esigenze di organizzazione della vita di ogni giorno, di sopravvivenza, di culto ed anche di scaramanzia. C’era sicuramente la ricerca del bello, ma lo scopo non era proprio quello.
Alla terza domanda è ancora più difficile rispondere e si rientra in un dibattito che ha più o meno l’età della storia dell’arte: un eterno conflitto tra la razionalità e gli istinti provenienti dal profondo dell’anima. Una cosa però è certa: questi due fattori che si alternano continuamente, predominando l’uno sull’altro, rendono vivo ed alto il significato dell’arte [Dalle ricerche su effettuate su “La Storia dell’arte raccontata d Ernst Gombrich”, ed. Leonardo].
Non è semplice tracciare un quadro storico, con ogni precisa sfaccettatura, sulle origini dell’arte. Quello che conosciamo, in modo impreciso e frammentario, è che le prime rappresentazioni artistiche a noi prevenute risalgono forse a periodi assai vicini all’inizio della storia dell’umanità. Le popolazioni primitive, incominciarono, infatti, a riprodurre, anche se con semplici rappresentazioni simboliche e lontano da intenti artistici, una concettualità estetica-didascalica-narrativa o, come pare più evidente a molti studiosi di Storia dell’arte, unicamente come raffigurazione propiziatoria.
Dal Paleolitico superiore ci provengono, tramite graffiti o dipinti, raffigurazioni con scene di vita quotidiana, prevalentemente riferite alla caccia e, talvolta, episodi legati alla religione, o a tematiche agricole. Le rappresentazioni avevano come supporto pittorico le stesse rocce interne delle grotte: grazie alla protezione dalla luce, dagli agenti atmosferici e, lontane dalla portata di mano organizzazioni vandaliche, molte di queste preziosissime testimonianze sono giunte fino ai nostri giorni.
Per la realizzazione di graffiti, venivano impiegati rudimentali strumenti ricavati dalla pietra, mentre per le raffigurazioni coloristiche si usava una pittura ottenuta dalla mescolanza di terre colorate con leganti quale il sangue e vari tipi di grasso animale. I colori venivano stesi direttamente con le mani, con bastoni e con rozzi pennelli di pelo di animale.
ARTE DELLA PREISTORIA
Per arte della preistoria si intende l’espressione artistica di un lunghissimo periodo, della durata di circa un milione di anni, e terminato con la scoperta della scrittura. Le più lontane testimonianze di arte preistorica finora portate alla luce hanno un massimo di trentamila anni ed appartengono perciò al Paleolitico.
L’uomo delle caverne sente la necessità di apporre marchi indelebili con segni convenzionali (e non) per rappresentare il mondo naturale in cui è immerso. Nasce così, nell’era detta paleolitica superiore, l’affascinante arte che prenderà la denominazione di “Arte rupestre”: con essa sono rappresentate figure di animali molto ben definite nei loro dettagli, di uomini ed anche di cose astratte, ancora oggi per noi indecifrabili (forse lo erano anche per gli stessi autori, attratti dal fascino dell’irreale). Misurati intagli con andamenti curvilinei, retti e dalle più svariate forme geometriche eseguite su legno e su osso, sculture su pietre precariamente preparate, su rudimentali ceramiche e su altre cose alle quali era destinato il normale uso quotidiano, ci rivelano che l’indagine sulla bellezza è sempre esistita.
La maggior parte dei beni artistici creati dall’uomo della preistoria s’è persa, perché purtroppo realizzata su supporti soggetti a consumarsi nel tempo, come ad esempio cortecce di alberi, legni di vario genere, pelli o fiancate rocciose esposte alle intemperie. Rimangono perciò pochi resti della lunga evoluzione dell’arte rupestre. L’elemento distintivo del periodo iniziale è il bisogno di marcare il dominio di una zona lasciando impronte con qualsiasi mezzo a disposizione, con le mani, i piedi ed anche i denti. Quando la caccia diviene l’occupazione dominante, alle impronte, seguono le incisioni realizzate con arnesi molto più funzionali: schegge ben lavorate di litio e scalpelli di selce. Anche le rappresentazioni con le pitture hanno il loro sviluppo e con il passare del tempo migliorano per le scoperte di nuovi procedimenti naturali, infatti gli uomini iniziano ad impiegare tinte sempre più variegate ricavate direttamente dalla natura come le terre, i vari tipi di carbone e gli estratti di erba.
L’arte dell’uomo primitivo prevalentemente cacciatore-pescatore appartenente al Paleolitico superiore deriva prevalentemente da incerte esigenze di tipo scaramantico: simboleggiando il duello con l’animale, esso pensa di garantirsi così l’esito positivo nella caccia (in questo senso poco o nulla è cambiato ai nostri tempi). Quando poi l’artista cacciatore, si trasformerà in coltivatore – nel Neolitico – scompariranno le tecniche e la cultura del gusto relative alla caccia e la sua concezione del mondo diverrà molto più statica: l’arte rupestre si ridurrà piano piano fino alla sua completa scomparsa per lasciare il posto alla scrittura ed alla rappresentazione figurativa su supporti non parietali ma mobili, preparati per tali scopi. L’espressione visuale dei capolavori rupestri arrivati a nostri giorni, si presenta come una forma di divulgazione del messaggio, che mette insieme il più pregiato archivio della storia della prima evoluzione dell’umanità. Purtroppo questi reperti sono pochi ed un’alta percentuale di essi risente fortemente l’effetto del tempo trascorso.
L’ordine cronologico delle date dei reperti artistici della preistoria è sempre stato oggetto di moltissime discussioni. Oggi esistono due diversi orientamenti relativi al metodo di assegnazione dei reperti artistici ai periodi della preistoria: il primo è legato alle tecniche di lavorazione che lentamente si sviluppavano nei secoli, mentre l’altro è legato ai vari stadi socioeconomici, che trasformandosi nel tempo, fanno cambiare anche i linguaggi ed i temi delle varie rappresentazioni artistiche. Queste rappresentazioni contengono generalmente figure di animali, figure umane, simboli ed ideogrammi, armi ed attrezzi, topografie, rappresentati in supporti mobili o parietali. Il soggetto “animale” è quello più rappresentato. Le opere preistoriche sono anche preziosissime testimonianze della fauna vivente in quel periodo.
Frammenti
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L’arte considerata preistorica è quella appartenente a due lunghissimi periodi: il Preistorico, il Paleolitico fino ad arrivare all’età del bronzo
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L’arte preistorica rappresenta prevalentemente la vita quotidiana
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I primi prodotti d’arte che ci giungono appartengono all’età della pietra
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L’arte preistorica paleolitica ha carattere magico e propiziatorio con tematiche che cercano collegamenti con la divinità
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Gli animali raffigurati sono prevalentemente quelli che danno la sussistenza alimentare e sono di utilità quotidiana.
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Sono del Neolitico le costruzioni come i cromlech, i dolmen ed i menhir:
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I menhir sono strutture tutte di un pezzo con un solo masso piantato verticalmente nel terreno
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I dolmen hanno strutture di tre elementi, con due monoliti di sostegno piantati nel terreno ed uno di copertura,
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I Cromlech hanno più strutture “composte”. Sono un insieme di costruzioni dolmen predisposti in circonferenza.
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