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La vetta più alta dello stile classico (450 – 420)

A causa dei limitati spazi offerti dalle varie forme dei vasi e delle stringenti richieste, con il conseguente passaggio alla lavorazione in serie, talvolta massacrante, i pittori del settore vascolare non sono in grado di seguire di pari passo gli sviluppi della grande pittura parietale.

Tuttavia ci arrivano reperti di considerevole valore, tra i quali anche alcuni di altissimo pregio. Tutta la monumentalità di Polignoto non può certamente essere contenuta nella decorazione di un vaso.

Questo porta l’arte vascolare e l’arte della ceramica in generale, salvo alcuni sporadici casi, ad abbandonare le tematiche e le articolate composizioni proprie della grande pittura classica, ritornando intorno al 450 a C., alle forme più semplificate e più strettamente legate all’artigianato. Tuttavia le ricerche, pur staccandosi dallo stile classico, continuano ricorrendo ad altre fonti di ispirazione , come quello della plastica (intesa come materiale che mantiene la forma che gli viene impressa) e del classicismo attico del periodo di Pericle, stile assai elegante ed equilibrato.

Il settore della ceramica

L’arte vascolare di Atene tocca la vetta più alta con il “Pittore di Achille” (presumibilmente allievo del “Pittore di Berlino”) che ne rimane il più espressivo rappresentante. L’anfora del Vaticano (Vulci 450 a. C. in ceramica) con la raffigurazione di Achille e Briseide ci mostra due figure con espressioni di maestà e di grande serenità allo stesso tempo.

Achille si presenta con la sua monumentale figura in modo completo, con il piede destro saldamente poggiato sul terreno, quello sinistro che appena lo sfiora mentre l’equilibrio dell’intero corpo viene assicurato con l’aiuto del braccio che tiene saldamente una lancia, appena arcuata, poggiante sul terreno. Questa scorre lungo tutto il braccio ed appoggia anche sulla spalla, oltrepassandola (si tenga presente che la testa è sproporzionatamente piccola rispetto al corpo perché trovasi raffigurata sul restringimento del vaso e quindi è soltanto un’apparenza generata da un’errata prospettiva fotografica).

Particolare di Achille nell'Anfora del Vaticano
“Pittore di Achille”: Particolare dell’Anfora del Vaticano”

Nonostante la povera consistenza delle tecniche pittoriche, la resa plastica di questo dipinto è molto alta. Agli inizi, come nell’Anfora del Pittore di Achille prevalgono tematiche con scene di interni. La delicatezza e l’eleganza di questo artista è accompagnata dall’assenza di vivacità. Gli atteggiamenti sono misurati, i volti pensierosi e al tempo stesso tranquilli.

Più tardi si arriverà ad una raffigurazione che più si avvicina alla pittura parietale, dove le tinte ancora piatte, iniziano ad essere sfumate, ottenendo gradevoli risultati come nella lekythos di Lugano, dove una Musa con un volto concentrato è seduta su una roccia ed è intenta a suonare il suo strumento musicale.

“Pittore di Achille”: Particolare del Lekithos di Lugano – Musa seduta  che suona

 Il linguaggio della decorazione vascolare e della ceramica in generale, pur cercando di avvicinarsi a quello della grande pittura, non riesce a conferire la stessa vivacità alle medesime tematiche, tuttavia ci arrivano reperti ricchi di animazione come quelli realizzati da Paneno, nipote e coadiuvante di Fidia.

Con il passare dei decenni, intorno al 420 a.C., le tematiche sono raffigurate con scene più animate e si allontanano dalla delicata serenità dell’arte fidiaca, pur mantenendo evidenti segni di grande misura negli atteggiamenti e nell’espressione dei volti. Si ha la percezione che l’arte della decorazione vascolare abbia trovato un equilibrio tra i modelli tradizionali, propri dell’ultimo periodo arcaico, e le sobrie espressioni delle figure nella grande pittura dell’arte classica.

Queste tendenze si manifestano chiaramente nel cratere del Pittore Orfeo, dove le figure hanno una composizione semplice e sciolta ma un’espressività alquanto ricercata: la musica riesce a trasportare i Traci ed uno di essi l’ascolta appoggiando la lancia sulla roccia, in atteggiamento di puro relax, mentre quello sulla sinistra, estasiato, tiene gli occhi chiusi per sentirla a fondo.

“Pittore di Achille”: Particolare del Lekithos di Lugano – Musa in piedi

L’avvicinamento dell’arte decorativa vascolare alla grande pittura si manifesta prevalentemente sui crateri a colonnette, mentre sui vasi di più piccole dimensioni le tematiche vengono ulteriormente semplificate, come ad esempio nella decorazione degli scifi del “Pittore di Penelope”, dove Menade sembra librarsi nell’aria dopo essere stata sospinta, seduta su un’altalena, da un sileno.

La scena è alquanto armoniosa: la fanciulla sta muovendosi in senso obliquo verso destra, e la capigliatura, le vesti ed il modo di stringere con la mano destra la corda dell’altalena, con la loro dinamicità, ne giustificano direzione e movimento. La raffigurazione si carica di vivacità ed occorre notare che il soggetto femminile sta entrando cautamente anche nelle tematiche della ceramica. La forza, il vigore maschile e gli atti eroici in generale lasciano lentamente il posto alla delicatezza propria della femminilità. Tutto questo ha inizio dal 430 a.C. 

Pittore di Penelope – scifo: Menade sull’altalena (Staatliche Museen, Berlino)

Da questo periodo si iniziano ad intravedere nella pittura, in un modo assai generalizzato, l’impiego delle ombre che renderanno famoso l’ateniese Apollodoro, conosciuto, per questa specifica ragione, come lo Sciografo.

Particolare del cratere del “Pittore di Orfeo”:_ Orfeo ed i Traci (Staatliche Museen, Berlino).  Foto in B e N.

Polignoto è l’unico pittore dell’arte vascolare che ci ha fatto pervenire opere firmate e nonostante il suo rilevante nome, egli sembra non essere il continuatore del suo maestro, il “Pittore dei Niobidi”, e neanche dei suoi grandi contemporanei.

Nelle sue composizioni manca il senso dello spazio, ma le scene sono eleganti ed assai animate, e tuttavia prive di espressività dei volti. Le sue tematiche ruotano prevalentemente intorno alla femminilità, come quelle di altri celebri decoratori vascolari. 

Polignoto – Particolare di Idria: Danzatrici ed acrobati (Museo nazionale di Napoli)

È necessario tenere presente che questo non è per l’arte della ceramica il periodo della tematica al femminile. Tutti gli sviluppi ed i cambiamenti che sono in corso riflettono l’evoluzione della civiltà greca. Ci sarà il periodo in cui il nudo femminile assumerà una grande importanza nella grande pittura, la cui influenza si farà sentire anche nel campo della decorazione della ceramica.

Purtroppo, per le ragioni sopra descritte, la decorazione vascolare non potrà mai avvicinarsi a quella degli ampi spazi parietali, anche se eseguite da grandi artisti come Polignoto. Una sua famosa opera, lo “stamno di Monaco” non riesce a raggiungere gli stessi ideali di fascino femminile.

Nonostante la decisa animazione delle figure, la scena manca di profondità. Infatti le tre figure, compreso il contenitore dell’acqua, sembrano appartenere allo stesso piano, mentre il piedistallo del supporto, che dovrebbe trovarsi davanti alla fanciulla pronta per il bagno, ha una ubicazione che non può rispecchiare la realtà trovandosi tra i suoi piedi, annullando così la voluminosità del contenitore sorretto. Nonostante tutto, si rileva in questa opera una evoluzione che possiamo considerare come una timida prova di adeguamento alla linea della grande pittura di questo periodo, ma sarebbe esagerato parlare di una vera e propria ricerca di progresso.

“Gruppo di Polignoto”: Particolare dello stamno: Toilette di donne (Monaco) Stamno

Del “Pittore di Cleofonte”, un artista molto vicino a Polignoto, con il quale collabora spesso, arriva ai nostri giorni “La partenza del guerriero”, uno stamno con una composizione assai coinvolgente, il cui spirito vuole essere un proseguimento di quello del “Pittore di Achille”. Nella scena viene raffigurata la partenza del guerriero, una figura statuaria che sembra avere tutta la plasticità del marmo, in atteggiamento di triste commiato mentre la sua giovane sposa lo guarda con un composto ritegno, come sembra trasparire dal gesto imbarazzato della mano sinistra che tiene stretto il velo. L’imponenza stessa delle figure richiamano l’arte di Fidia.

Un altro pittore, non meno importante di quelli sopra riportati, è il “pittore di Codro”. Sua è la decorazione della coppa detta “Coppa del Pittore di Codro”, dove Egeo chiede un consulto a Temi: le due figure dialogano e sono l’una di fronte all’altra, con più o meno le stesse espressioni dei volti raffigurate sullo stamno del Pittore di Cleofonte.

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