Ubicazione, storia e descrizione delle più significative opere di Degas
Pagine correlate all’artista: Altre opere di Degas – Biografia e vita artistica – La critica a Degas – Il periodo artistico – Gli scritti di Degas.
Le opere raffigurate
Cantante con guanto, 1878, pastello su cartone grigio cm. 63 x 49, Musée De Ordrupgaard di Copenaghen.
Sul palcoscenico, 1880, pastello cm. 57 x 43, Courtesy of the Art Institute (Potter Palmer Collection).
Uno scritto di Ernest Rouart
Degas in: “Le Point”, Parigi, febbraio 1937, p. 7.
Se esiste un uomo sul quale si sono dette le cose più sbagliate e anche le più brutte, è proprio quel povero Degas.
Di quali crudeltà, di quali meschinità non è stato accusato? Lui, bisogna dirlo, accondiscendeva ad alimentare questa fama di crudeltà che lo circondava. E coloro che non lo conoscevano, o coloro che egli aveva anche minimamente, per qualche ragione, infastidito, non gli perdonavano i suoi sgarbi. Se si mostrava severo e poco cordiale verso i visitatori che potevano disturbare il suo lavoro, era perché voleva difendere a qualsiasi prezzo questo lavoro, per lui sacro, e le ore preziose che poteva dedicare alla sua arte, dagli inopportuni di ogni genere che avrebbero disperso il suo tempo.
Continua lo scritto
Ma quest’uomo imbronciato, quest’orso dalla dura scorza, era talvolta capace di ammansirsi fino a divenire affettuoso, così come ci prova, tra l’altro, il breve biglietto scritto a mio padre che era andato a trovarlo un pomeriggio, per non interferire il suo lavoro del mattino: «Sono rimasto desolato, mio buon amico, di vederti arrivare e andartene. La tua lettera mi diceva che saresti venuto da me, ma io non avrei mai pensato che fosse nel pomeriggio. Per tè non c’è consegna, non c’è lavoro, nulla che io non lasci per il piacere di vederti, capisci, mio vecchio amico ». Perché aveva il culto dell’amicizia e la teneva tanto in considerazione che non poteva ammettere nulla di ciò che, secondo lui, rischiasse di scalfire questo nobile sentimento.
È in ciò, e non in altro, che occorre cercare la causa della sua rottura con Manet e poi con Renoir, senza parlare di altri grossi nomi che, questi sì, non potevano pretendere di rimanergli amici. Non intendo qui parlare, è chiaro, della sua rottura con Halévy, triste conseguenza dell’affare Dreyfus rottura di cui egli ha d’altronde molto sofferto, senza tuttavia acconsentire a cambiare atteggiamento verso il suo vecchio amico. Questa intransigenza che molti gli hanno rimproverato era uno dei lati nobili e insieme rudi della sua personalità troppo caparbia. Ernest Rouart: Degas in: “Le Point”, Parigi, febbraio 1937, p. 7.
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