Breve biografia di Beato Angelico (1395-1455)
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La biografia di Beato Angelico
Beato Angelico nasce a Vicchio (Toscana) nel 1395. È un artista appartenente al primo Rinascimento che armonizza la vita di devoto monaco con quella del pittore a tempo pieno.
Le opere Guido di Pietro Trosini o “fra” Giovanni da Fiesole (anche questi, suoi nomi) sono a carattere religioso. Infatti proprio per questa ragione, insieme a quella della sua grande e straordinaria umanità, i critici d’arte gli hanno attribuito l’appellativo di Beato Angelico.
La formazione e le prime composizioni
Appartenente all’ordine dei frati domenicani, compie la sua prima formazione artistica in ambito fiorentino, nelle botteghe di Gherardo Starnina e Lorenzo Monaco. Nelle sue prime opere si denotano gli influssi di quest’ultimo negli effetti di alta luminosità, tanto da annientare quelli delle ombreggiature, e nell’uso vigoroso di colori forti ed accesi fino al raggiungimento dell’innaturale.
Le influenze del Masaccio e di Gentile da Fabriano su Beato Angelico
Più tardi Beato Angelico sentirà gli influssi di Masaccio tanto che la sua pittura acquisterà una luminosità diafana da far risaltare le figure delle varie composizioni.
Angelico unisce l’influenza del Masaccio all’elegante e decorativo linguaggio gotico di Gentile da Fabriano e già conosce le teorie della prospettiva.
La sua maestria nella creazione di immagini monumentali, nella rappresentazione del movimento e la forza che porta ai piani secondari usando le teorie della prospettiva lineare, lo colloca fra i grandi pittori del Rinascimento.
Fra le sue prime ed importanti opere ci arrivano il “Cristo nella gloria con santi e angeli” custodito nella National Gallery di Londra e la “Madonna delle stelle” (Firenze).
Dello stesso periodo risultano essere le opere: “Incoronazione della Vergine”, “Il Giudizio” e la “Deposizione”.
La “Madonna dei tessitori”, il “Cristo pellegrino”, la “Crocifissione” e la “Trasfigurazione”
La completa maturità del suo stile si denota nella ”Madonna dei tessitori di tela” (S. Marco, 1433).
Nel 1436 i frati domenicani vennero spostati al convento di S. Marco a Firenze poco dopo la restaurazione della struttura realizzata da Michelozzo. Qui il Beato Angelico, aiutato da alcuni collaboratori, affresca gran parte del chiostro, delle entrate delle numerose celle, dei corridoi del piano superiore e della casa del capitolo. Le opere più significative sono il “Cristo pellegrino”, la “Crocifissione” e la “Trasfigurazione”.
La pala realizzata per il convento di San Marco (si veda la descrizione della Pala di s. Marco), intorno al 1439, risulta essere una fra le prime opere identificate come Conversazione Sacra. In essa i santi e gli angeli che fiancheggiano la Madonna sembrano dividersi spazi comuni.
In Vaticano, le ultime opere e la morte di Beato Angelico
Nel 1445 Beato Angelico viene convocato in Vaticano dal papa Eugenio IV per affrescare la Cappella del Sacramento.
Nel 1447 soggiorna ad Orvieto per affrescare, con il suo aiutante Benozzo Gozzoli, la cattedrale.
Dal 1447 al 1449 si trova di nuovo in Vaticano per affrescare, nella Cappella di papa Nicola, altre importanti opere come quella dei santi Lorenzo e Stefano. Circa queste ultime qualche studioso gliele attribuisce, ma possono essere state eseguite dai suoi assistenti.
Nel 1449 Beato Angelico diventa priore del convento e muore a Roma il 18 marzo 1455 nel convento domenicano, poco prima del suo patrono Niccolò V. La sepoltura avvenne nella chiesa della Minerva.