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Telemaco Signorini

PITTORE MACCHIAIOLO TELEMACO SIGNORINI (1835-1901)

Breve biografia

Pagine correlate: Pittori macchiaioli –  Pittura macchiaiola – Il Realismo italiano.

Telemaco Signorini nasce il 18 agosto del 1835 a Firenze.

Figlio d’arte (suo padre era pittore alla corte del Granduca), è tra i primi del gruppo macchiaiolo a dipingere a contatto con la natura e ha un vastissimo bagaglio culturale.

Telemaco, come la maggior parte del gruppo, ha idee politiche radicali ed oltranziste, ma supera tutti i suoi colleghi aderendo alle teorie di Proudhon (il primo ad assegnare un significato concreto e positivo al termine “anarchia”, che prima veniva utilizzata solitamente per dispregiare, cioè indicare il caos ed il disordine). Vi aderirà fino al 1885.

È proprio Telemaco Signorini il vero animatore dei primi incontri al Caffè Michelangelo e lo storico-politico degli animati dibattiti che immancabilmente si tengono (i sonetti delle 99 discussioni artistiche datati 1877).

È lui che porta a Firenze la ventata illuministica che in questo periodo sta maturando in tutto il continente europeo ed è colui che accetta con entusiasmo le novità della pittura dal vero di stampo francese, che il De Tivoli porta sul tavolo degli incontri.

Il suo stile

Nella sua pittura è percepibile lo stile macchiaiolo anche nelle tematiche storiche (La carica degli Zuavi, L’artiglieria toscana a Montichiari ) ma, la svolta decisiva, si evidenzia nella paesaggistica e nelle vedute rustiche, a partire dal 1861.

Signorini approfondisce i suoi studi spostandosi nei vari centri artistici italiani, tra i quali Venezia, in cui ha rapporti diretti con il Maldarelli ed Vito D’Ancona.

La sua pittura, in continuo sviluppo, si fa sempre più spontanea e realistica, tanto da portarlo a viaggiare all’estero (Parigi e Londra e gran parte dell’Europa) e farlo avvicinare a quella tecnica, ancora in incubazione, che apparterrà al movimento impressionistico.

Nonostante il rispetto che il gruppo nutre per le sue idee e novità, quest’ultima non piace al Cecioni ed al Fattori, ma non risulterà motivo rottura, anzi Signorini continuerà ad essere quell’eccezionale agitatore e gradito coordinatore della creatività per tutto il gruppo dei macchiaioli.

Ottiene una medaglia come premio all’Esposizione di Vienna del 1873, fonda con Diego Martelli il “Gazzettino delle arti del disegno”, presiede la giuria al concorso dell’Esposizione Nazionale di Parma ed ottiene moltissimi riconoscimenti per la sua pittura. Muore il 10 febbraio del 1901 a Firenze.

Otto opere di Telemaco Signorini

Bambina che scrive, cm. 14,8 x 26,8, Collezione privata, Firenze.

Giardino a Careggi, Galleria d’Arte Moderna, Careggi.

Il vecchio mercato di Firenze, Collezione privata, Milano.

Impressione a Chioggia, cm. 17 x 28, collezione privata, Livorno.

La toeletta del mattino, cm. 120 x 175, Collezione privata, Milano.

Leith, cm. 45,5 x 42, Galleria d’Arte Moderna Firenze.

Settignano, Galleria d’Arte Moderna Firenze.

Una via di Edimburgo, cm. 38 x 30, Collezione privata, Lugo di Vicenza.

Bibliografia

  • Catalogo online Artgate della Fondazione Cariplo, a cura di Laura Casone: “Telemaco Signorini”, 2010, CC-BY-SA.
  • “Il Nuovo dopo la Macchia, origini e affermazione del Naturalismo toscano”, T. Panconi, Pisa, 2008.
  • “I Macchiaioli. Opere e protagonisti di una rivoluzione artistica 1861-1869”, F. Dini, Firenze, 2002.
  • “Telemaco Signorini, il caso del pittore letterato, in: Antologia dei Macchiaioli, la trasformazione sociale e artistica nella Toscana di metà ‘800”, T. Panconi, Pisa, 1999.
  • Catalogo della mostra: “Telemaco Signorini, una retrospettiva”, Firenze, 1997.
  • “Telemaco Signorini”, E. Spalletti, Soncino, 1994.
  • Catalogo della mostra a cura di P. Dini, F. Dini: “I Macchiaioli e la scuola di Castiglioncello”, Castiglioncello, 1990.
  • “Gli amici del Caffè Michelangelo”, E. Spalletti, Roma, 1985.
  • “Signorini e il Naturalismo Europeo”, R. Monti, Roma, 1984.
  • “Il Nuovo dopo la Macchia, origini e affermazione del Naturalismo toscano”, T. Panconi, Pisa, 2009 (edizione più vasta e con nuove integrazioni).
  • “Signorini e il suo tempo”, T. Panconi, Pistoia, 2010.
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