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Biografie e opere dei pittori Macchiaioli

Giovanni Fattori: Le botti rosse, cm. 13 x 28,5 Milano collezione Jucker.

Giovanni Fattori: Le botti rosse, cm. 13 x 28,5 Milano collezione Jucker.

MACCHIAIOLI, la tecnica e loro opere

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Il movimento e il Caffè Michelangelo

Adriano Cecioni: Il Caffè Michelangelo
Adriano Cecioni: Il Caffè Michelangelo, cm. 53,5 x 82, collezione privata, Milano

Quello macchiaiolo, è uno dei movimenti più significativi nella storia dell’arte ottocentesca.

Nasce nel cuore di un’importante città d’arte come Firenze in un pubblico ritrovo, il cui nome diventerà famoso e sinonimo degli incontri dei macchiaioli: il Caffè Michelangelo.

Una vera e propria scuola

Il movimento in esame è uno dei pochi nel panorama ottocentesco – e l’unico degli ultimi decenni del secolo – che possa definirsi come una vera scuola, sia per i grandi risultati raggiunti, sia per la comunità di intenti che lo tiene unito. Nonostante le diverse culture e tradizioni dei componenti, provenienti da ogni parte d’Italia, il gruppo rimane ben saldo ed omogeneo sotto ogni punto di vista.

Il termine macchiaiolo compare per la prima volta nel 1862 sulla Gazzetta del Popolo.

Il caffè Michelangelo, già prima degli incontri che lo hanno reso famoso, era il ritrovo di giovani artisti che amavano scambiarsi le opinioni e le tecniche che divergevano dalle pitture accademiche e tradizionali, in un ambito concitato e disordinato, ma pieno di impulsi e stimoli carichi di creatività.

La tecnica ma non solo quella

Monet: Il bacino ad Argenteuil, cm. 60 x 80, Museo d’Orsay Parigi

Come nell’Impressionismo francese, la pittura macchiaiola non si limita alla raffigurazione paesaggistica con la pura applicazione della nuova tecnica “a macchie di colore chiare e scure accostate”, ma necessita di una rappresentazione della natura vista “dal vero”.

Il 1856 è la data di nascita del movimento macchiaiolo, il quale dichiara che la forma dell’oggetto non è creata dal suo profilo, ma dal rimbalzo della luce che colpendo l’oggetto arriva ai nostri occhi sotto forma di colore.

La tecnica

Componendo perciò i colori sulla tavolozza, riportandoli a “macchie accostate” le une alle altre sulla tela, sarà poi l’occhio dell’osservatore a mescolarli nella propria retina e ad ottenerne gli effetti desiderati.

La tecnica macchiaiola sarà l’incubatrice di quella pittura che di lì a poco rivoluzionerà il mondo dell’arte: l’Impressionismo. Assai frequenti risultano infatti le visite a Parigi dei componenti del gruppo in esame che desta l’attenzione dei più grandi esponenti della pittura francese di quel periodo periodo.

Biografie e opere dei pittori Macchiaioli

GIUSEPPE ABBATI (1836-1886)

Giuseppe Abbati: Chiostro, cm. 19,5 x 25, Galleria d’Arte Moderna, Firenze

CRISTIANO BANTI (1824-1904)

Cristiano Banti: Vecchia Livorno, cm. 8,7 x 22, Collezione privata, Torino

 GIOVANNI BARTOLENA (1866-1942)

GIOVANNI BOLDINI (1842-1931)

Altri artisti

ODOARDO BORRANI (1833-1905)

Odoardo Borrani: Marina di Castiglioncello, cm. 18 x 26,5, Collezione privata, Livorno

VINCENZO CABIANCA (1827-1902)

Vincenzo Cabianca: La partenza della paranza, collezione privata, Milano

NICCOLO’ CANNICCI (1846 – 1906)

Niccolò Cannicci: Paesaggio, Galleria d’Arte Moderna, Firenze

EUGENIO CECCONI (1842-1903)

Eugenio Cecconi: Fattori che dipinge, 13,5 x 23,5, Collezione privata, Livorno

ADRIANO CECIONI (1836-1886)

Adriano Cecioni: Il Caffè Michelangelo, cm. 53,5 x 82, collezione privata, Milano

Altri artisti

NINO (GIOVANNI) COSTA (1826-1903)

NINO (GIOVANNI) COSTA: Tramonto sull’Arno, collezione privata, Milano

VITO D’ANCONA (1825-1884)

Vito d’Ancona: La signora in bianco, cm 27 x 19,5, Galleria d’Arte Moderna, Milano

SERAFINO DE TIVOLI (1826-1892)

Serafino de Tivoli: La pescaia a Bougival, cm. 89,5 x 116, collezione privata, Livorno

GIOVANNI FATTORI (1825-1908)

Giovanni Fattori: Carro con i buoi, cm 40 x 104 Galleria d’Arte Moderna di Firenze.

ANTONIO FONTANESI (1818.1882)

Antonio Fontanesi: L’Arno a Santa Trinità, Galleria d’arte Moderna, Firenze

Altri artisti

FRANCESCO GIOLI (1846-1922)

Francesco Gioli: Donna sugli scogli, cm. 18 x 32, Collezione privata, Livorno

SILVESTRO LEGA (1826-1895)

Silvestro Lega: Bambine che fanno le signore, cm. 25 x 41,5, Collezione privata, Firenze.

ULVI LIEGI (LUIGI LEVI) (1868-1939)

Ulvi Liegi – Porta Romana

MARIO PUCCINI (1868-1920)

Mario Puccini: Bambina nei campi, cm. 40,5 x 32, collezione privata, Livorno

RAFFAELLO SERNESI (1838-1866)

Raffaello Sernesi: Alti pascoli, cm. 26 x 82, collezione privata, Milano

Altri artisti

TELEMACO SIGNORINI (1835-1901)

Telemaco Signorini: Bambina che scrive, cm. 14,8 x 26,8, Collezione privata, Firenze.

ARMANDO SPADINI (1883-1925)

Armando Spadini: L’edera nel bosco di Villa Borghese, cm. 70 x 79, Galleria d’Arte Moderna, Milano.

ANGIOLO (1858-1923), LUDOVICO (1866-1841) E ADOLFO TOMMASI (1851-1933)

Angiolo Tommasi – Lega che dipinge, cm. 30,8 x 19, Collezione privata, Livorno.

FEDERICO ZANDOMENEGHI (1841-1917)

Federico Zandomeneghi: Ritratto di Diego Martelli 1870. Galleria d’Arte Moderna Firenze.

Federico nasce a Venezia nel giugno del 1841. Nel periodo della circoscrizione austriaca, fugge a Pavia dove si iscrive all’Università ma, venendo a sapere dell’imminente “Spedizione dei Mille”, vi sottoscrive la sua partecipazione. Dopo la spedizione è ricercato con la condanna di disertore, quindi si reca a Firenze dove rimarrà per un lungo periodo, salvo qualche tentativo di ritorno a Venezia in circostanze alquanto avventurose. Nel 1862 conosce il Boldini, iniziando così la sua esperienza macchiaiola che si protrarrà fino al 1874, quando intraprende un viaggio per Parigi. Da questo momento la pittura di Federico Zandomeneghi si fa sempre più vicina a quella degli Impressionisti francesi e, in modo particolare, a quella di Toulouse-Lautrec. Morirà nel 1917.

Frammenti

Gli Impressionisti, che verranno più tardi, hanno certamente avuto contatti con la pittura macchiaiola.

Il movimento macchiaiolo viene concepito durante le riunioni di alcuni artisti al Caffè Michelangelo.

I Macchiaioli appartengono ad una generazione di artisti inquieti ed allo stesso tempo aperti al confronto con tutto il resto del continente europeo.

Con un grande desiderio di cambiamento e di verità, contrastano ferocemente il linguaggio accademico, lo sterile formalismo romantico, gli stereotipi, il mito, la retorica dell’eroismo, il mito, le false celebrazioni. I macchiaioli sono invece alla ricerca della vita reale, della natura, dell’umiltà, degli spazi agresti e della schietta quotidianità.

Bibliografia

“Antologia dei Macchiaioli, la trasformazione sociale e artistica nella Toscana di metà 800”, PT. Panconi, Pisa, 1999.

“I Macchiaioli, dipinti inediti o poco conosciuti”, T. Panconi, Pisa, 1999.

“Il Nuovo dopo la Macchia, origini e affermazione del Naturalismo toscano”, T. Panconi, Pisa, 2009.

“Caffè Michelangiolo”, Piero Bargellini, Vallecchi editore, Firenze, 1944.

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