Arturo Martini è una figura dominante nel mondo della scultura tra la prima e la seconda guerra mondiale.
Arturo Martini, nasce a Treviso nel 1889, frequenta lo studio dello scultore Antonio Carlini (1906) e dopo aver lavorato presso laboratori di ceramica va a Venezia, dove scopre la plastica di Medardo Rosso.
Si reca poi (1910) a Monaco dove segue le lezioni di Adolfo Hildebrand, studiando su modelli la scultura antica e quella del Rinascimento.
Egli è lo scultore più dotato del Novecento italiano, ed è colui che, tra tutti gli scultori, ha saputo intendere, senza mai assumerne i modi, il senso e il valore della ricerca innovatrice delle avanguardie e dei movimenti del secolo.
Suo è il saggio “La scultura lingua morta”.
Nella sua arte e nei suoi monumenti mantiene sempre un grande ed eclittico controllo delle forme e dei volumi, oltre alla capacità di condurre la materia dalla fantasia all’espressione.
È stato scultore ufficiale del regime fascista.